Don’t Panic: le parole giuste
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Sono solo parole” – Noemi
Le parole, nella vita di tutti i giorni, hanno un peso davvero importante. Sapere che cosa dire, quando dirlo e come dirlo è un’abilità molto difficile, che si può apprendere e migliorare con il tempo. Ma quante volte, in diverse situazioni, ci capita di non sapere quali parole usare o di aver paura di esprimerle per timore di risultare inappropriati? È un problema molto comune, che si verifica soprattutto quando il nostro interlocutore non si trova proprio nel periodo migliore della sua vita. Perciò, ecco qualche suggerimento per rispondere alla fatidica domanda “Cosa si dice in queste situazioni?” e per riuscire ad usare le parole giuste… anche quando il momento non è il massimo!
Ti capisco: un’arma a doppio taglio
Spesso la frase “Ti capisco” è quella che tutti noi vorremmo sentirci dire. Eppure, si tratta di un’autentica arma a doppio taglio, per due ragioni. La prima: chiaramente, dobbiamo essere sicuri di sapere di cosa parla la persona in questione e assicurarci che davvero possiamo capirla, perché in caso contrario non risulteremo credibili! Il secondo motivo, invece, riguarda la nostra capacità di ascolto. Con le parole “Ti capisco”, il nostro interlocutore probabilmente ci chiederà la nostra esperienza, che magari potrà essere utile per sapere come affrontare la situazione che sta vivendo. Assicuriamoci, però, che abbia finito di sfogarsi e di dire ciò che desiderava, perché altrimenti rischieremo di sopraffarlo con la nostra esperienza senza lasciargli sufficiente spazio per aprirsi. Chiaramente non è semplice tener conto di tutti questi fattori, ma con qualche accortezza ci si può riuscire!
C’è chi sta peggio: non confortante
Quando, mentre ci si sfoga, ci si sente dire frasi come “Non è la fine del mondo” o “C’è chi sta peggio di te”, non si prova certo particolare conforto. Per prima cosa, infatti, una frase del genere non è d’aiuto perché sapere che c’è chi sta peggio di noi non fa piacere a nessuno, e i sensi di colpa non ci fanno sicuramente provare sollievo. Inoltre, si va a minimizzare il dolore dell’altro, a sminuire la situazione, e magari ciò di cui avrebbe bisogno è solamente un tentativo di comprensione o, quanto meno, di ascolto. Non certo di essere giudicato.
Se vuoi sfogarti, puoi farlo con me
Personalmente, queste sono le parole che preferisco sentirmi dire quando non sto bene. Il “Se vuoi” implica che la persona interessata ha piena libertà di farlo o di non farlo, può scegliere in serenità, perché, del resto, ciascuno vive in maniera diversa le situazioni. Sapere di avere qualcuno su cui poter contare, qualcuno che si rende disponibile ad ascoltarci, anche se magari in quel momento vogliamo solo stare da soli, è sicuramente d’aiuto. A volte solo l’idea di avere qualcuno accanto che si offre spontaneamente di aiutarci può renderci felici.
Non sarà sempre semplice, naturalmente, ogni situazione è diversa, come lo è ogni persona e le regole non sono universali. L’importante, però, è cercare di immedesimarsi. E, in generale, queste dritte sono piuttosto condivisibili. Non lasciatevi inibire dall’ansia di non usare le parole giuste, ma cercatele sempre con cura!