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Don’t panic: metodo OCME, soluzione ai problemi

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Three Little Birds” – Bob Marley

Durante una delle mie sessioni di ripasso matto e disperato pre-interrogazione, tra un video su YouTube e un altro, mi sono imbattuta in una pubblicità che parlava del metodo OCME. Uno dei suoi fondatori, infatti, spiegava la sua esperienza universitaria, iniziata drasticamente e conclusa nel migliore dei modi, rimanendo puntuale, proprio grazie alla scoperta di questo metodo. Perciò, se ve lo state chiedendo, sì, si tratta di un metodo universitario, ma per verifiche ricche di contenuti da ricordare, anche noi liceali possiamo usufruirne!

Il nome, così particolare, sta per: organizzazione, comprensione, memorizzazione ed esposizione, nonché le quattro fasi che contraddistinguono questo metodo. Vediamole nello specifico!

Metodo

Ph. Credits @Foundry Co su pixabay.com

O di organizzazione

La prima lettera della sigla, probabilmente, è la più importante o, comunque, quella che caratterizza questo metodo rispetto agli altri. Infatti, la particolarità sta proprio nel fatto che questo tipo di sistema non si basa sulla suddivisione di pagine da studiare, ma sui reali contenuti dell’esame – o della verifica -. Perciò, il primo grande lavoro, sta nella ricerca di questi contenuti. È essenziale scoprire i concetti principali su cui verterà la prova e le domande più frequenti dell’esaminatore. Lo step numero 1, in altre parole, consiste nel comprendere cosa occorre studiare, e non sottovalutate questo passaggio, non è da poco!

C di comprensione 

La seconda parte della preparazione, invece, riguarda la comprensione. I due fondatori del metodo, Andrea Acconcia e Giuseppe Morriello suggeriscono gli schemi a cascata per riuscire ad interiorizzare al meglio gli argomenti, soprattutto se essi sono sintetici e contengono solamente i concetti chiave. Per renderli ancora più efficaci, si possono aggiungere dei simboli e soprattutto crearli manualmente, in quanto è stato dimostrato che l’apprendimento funziona meglio se collegato ad un movimento fisico. Conclusa questa parte, sarete già a più di metà dell’opera!

M di memorizzazione

La memorizzazione è una parte fondamentale del metodo, come potete ben immaginare. Per questa fase, viene suggerita la tecnica del Palazzo Della Memoria, antichissima, utilizzata persino da Pico Della Mirandola per imparare a memoria la Divina Commedia, ma ancora efficace come allora! 

E di esposizione 

L’ultimo step – non per importanza – è quello dell’esposizione. Potrete usare come ascoltatori chiunque preferite: fratello, amica, genitore, o specchio. L’importante è che non si tratti di un’asettica e apatica ripetizione dei concetti, ma che sia un’esposizione magnetica. Questo termine sta a significare che devono essere scomodati tutti e tre i linguaggi, verbale, paraverbale e non verbale. Solo in questo modo sarete convincenti e coinvolgenti, e sarà il dettaglio finale per conquistare definitivamente l’insegnante o l’esaminatore!

Questa tecnica è riuscita ad aiutare moltissime persone in difficoltà durante il loro percorso universitario, addirittura gli ideatori sostengono di aver preparato esami in 7 giorni. Questo metodo non è miracoloso, serve impegno e lavoro, ma la grande svolta è che la sua efficacia vi lascerà senza dubbio soddisfatti!