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Vento: simbolo di libertà

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Blowin’ In The Wind” – Bob Dylan

Il vento è uno di quegli elementi che, da sempre, ispira menti artisti, scrittori, poeti, musicisti… In effetti, a pensarci bene, ha qualcosa di incredibilmente misterioso e affascinante: è il simbolo della libertà, per antonomasia, proprio perché ha la possibilità di andare dove vuole, di scompigliare i capelli di chiunque e di portare qualcosa dappertutto. Perciò, è stato oggetto di diverse interpretazioni, leggende e scoperteNon ci resta che indagarne qualcuna, per saperne qualcosa in più al riguardo! 

Eolo: una possibile spiegazione

È chiaro che nell’antichità non potevano avere le nozioni scientifiche che abbiamo noi su questo argomento, perciò gli antichi greci ipotizzarono che i venti provenissero da una divinità di nome EoloSi pensava che fossero tutti rinchiusi e nascosti in una grotta delle isole – indovinate un po’- Eolie, e che Eolo, a seconda del volere di Zeus, ne liberasse alcuni. Un esempio è la storia di Ulisse, a cui venne offerto un otre in pelle di bue che conteneva ogni vento contrario alla navigazione, in modo tale che potesse tornare a Itaca. È incredibile come, già da allora, questi potessero fare la differenza! 

Dalla banderuola all’amenoscopio

Prima, per capire da dove provenisse il vento si usava la banderuola. La prima fu quella del 48 a. C. che rappresentava un tritone. Fu collocata ad Atene, sulla torre dei Venti. La tradizione di dare alle banderuole la forma di un gallo iniziò nell’Undicesimo secolo, quando il Papa Niccolò I fece posizionare sui tetti di tutte le chiese l’animale simbolo del tradimento di Pietro nei confronti di Gesù Cristo, narrato nei Vangeli. 

Vento

Ph. Credits @Denis Doukhan su pixabay.com

Oggi, queste famose banderuole sono state sostituite da marchingegni sicuramente più moderni, chiamati anemoscopi.

Nomi speciali 

Sappiamo, bene o male, i nomi dei venti più famosi, ma non ci siamo mai chiesti, probabilmente, da dove derivino. Per esempio, spesso si sente nominare il Maestrale: questo vento si chiama così perché trasporta le navi lungo la cosiddetta Via Maestra, cioè quella per RomaIl Libeccio, invece, spira da Sud-Ovest e trasporta le navi da Algeria e Tunisia, che un tempo erano indicate con il nome di LibiaInfine, lo Scirocco viene chiamato così perché è sfruttato dalle navi provenienti dalla Siria. Insomma, tutto ha un perché e, analizzando i fatti, i conti tornano. 

Vento

Ph. Credits @Michael Schwarzenberger su pixabay.com

Non posso garantirvi che dopo questo articolo saprete riconoscere ogni singolo alito di vento, ma sicuramente avrete elementi in più per dargli un’interpretazione più intellettuale e poetica, che di certo non fa mai male!