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Pop Corn del Weekend: la Serie Museo di Guillermo del Toro

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Drop” – HotWax

Gli amanti dell’horror sono sparsi per tutto il globo, ma, molte volte, non si considera una loro minoranza: quelli che non sopportano gli jumpscare. Io, in quanto fiero membro di questa categoria, so per certo che è molto difficile trovare film e serie adatti a noi. Per fortuna, però, oggi ci è venuto in soccorso Netflix con la serie Cabinet Of Curiosities. 

Qualità Garantita

In questa serie-museo sono presentate otto storie diverse scelte dal regista Guillermo del Toro, che le introduce insieme ai registi di ciascuna puntata. Queste piccole pillole horror moderne sono fine a se stesse, ogni episodio dura circa un’ora e, essendo state scelte appositamente, la qualità è garantita -visto che se non ha gusto un regista come Del Toro il cinema è morto-.

Gulliermo del Toro Ph. Credits GdTreal on Instagram

Prima ho parlato dell’assenza di jumpscare e, infatti, è proprio così: le parti horror si concentrano molto sull’ inquietare e disgustare, invece che sulla pura paura. Per questo è perfetto per le persone che hanno troppa paura di guardare The Nun ma si vogliono godere comunque della buona adrenalina

“Cabinet of Curiosities è un ritorno alle antologie classiche dal sapore vintage, in cui la mano di Del Toro – anche se da lontano – ha un riscontro visivo innegabile.” -recensione di Cinefilos.It

Visto che le storie sono così varie e versatili è diventata subito una serie molto acclamata dalla critica: la selezione è ottima e la partecipazione di vari registi e attori nel progetto ha reso ogni episodio degno di essere visto. 

Oltre alle Storie

Durante l’introduzione del primo episodio Guillermo del Toro approfondisce e spiega anche il vero concetto di una “cabinet of curiosities” -mobiletto delle curiosità-: prima dell’età moderna, viaggiare era estremamente costoso e anche le famiglie più ricche viaggiavano spesso solo per affari. Per questo, nelle case più facoltose, era comune avere una stanza o un semplice spazio dove si raccoglievano oggetti portatori di curiosità e storie incredibili. In poche parole, chi poteva, si formava un piccolo museo privato, più o meno grande, a seconda delle disponibilità. 

“Stai lontano e non parlare o percepirà la tua oscurità d’animo, come la percepisco io” -Dialogo nel primo episodio “Lotto 36”

La Copertina della serie Ph. Credits Netflix

In questa piccola serie-museo, però, non si approfondiscono lezioni di storia o curiosità generali, ma si entra nell’intelletto umano grazie ai protagonisti: che siano uomini avidi che affrontano una specie di giudizio divino, ragazzi troppo curiosi o semplici alieni in evoluzione, tutti riescono a farci ragionare sulla psicologia che c’è dietro a determinate azioni

Scritto da: Morgana Stefanutti