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Youth Beats: Lacrime

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “PeTRa” – Lacrime

Se sei del Liceo Kennedy probabilmente l’avrai notato. Di certo non passano inosservati i suoi lunghi capelli biondi, accuratamente tenuti indietro da un cerchietto, né le sue felpe pastello, sempre matchate agli orecchini. A ricreazione se ne sta lì, seduto sul muretto, a parlare con quattro amici e, ingenuamente, non ti sarai incuriosito più di tanto. Eppure, Alessandro Zilli in arte Lacrime di cose da dire ne ha tante e quale posto migliore per raccontarsi se non gli studi di voicebookradio.com?

Un foglio,….

Purtroppo la vena artistica non si compra al mercatino per qualche soldo e, prima di trovare la propria strada, ne deve passare di tempo!

Basta un po’ di curiosità, un trampolino di lancio e il resto viene da sè. La scintilla scocca in primo superiore, con giusto un pizzico di interesse che, solo durante la pandemia, Lacrime coltiva con l’aiuto di un suo amico, che già da tempo smanettava al pc. Impara le basi e inizia a comporre le prime tracce, per poi essere travolto dalla passione. Ed ecco, allora, che dall’idea di comporre qualcosa – un po’ per scherzare, un po’ per mettersi in gioco – si fa strada verso il suo primo pseudo-album, HO SPERIMENTATO (1) PO’. Già prima di ascoltare i pezzi – come “PeTRa” o “Il bimbo del blocco” – il titolo ci lancia una premessa importante, che si fa sintesi del modo d’intendere la musica per il nostro giovane artista. 

“Sperimentare vuol dire uscire dalla propria comfort zone. Non vuol dire creare cose nuove, ma solo ampliare i propri orizzonti e, l’unico modo per farlo, è andare a tentativi.”
-Lacrime

Vi basterà mettere le cuffiette e premere play su, ad esempio, “Questa base mi ha rotto il caz*o per essere catapultati in un trip mistico: una sorta di viaggio psichedelico tra pop, hyper-pop, techno e hard. E la ragione alla base non è solo motivata dalla curiosità che comunque si presta da ingrediente fondamentale -, ma anche la voglia di caricarsi sulle spalle un bagaglio musicale. Solo così si può giocare con i generi e creare qualcosa di davvero innovativo, tracce raffinate e ricercate.

Alessandro Zilli, Lacrime

Alessandro Zilli, Lacrime

… una matita, …

Lacrime, però, considera questa sua piccola produzione solo uno scarabocchio, con cui poi delineerà un progetto più grande e introspettivo. Infatti, se ora i testi servono solo ad accompagnare le basi le vere protagoniste – nella nuova raccolta, che uscirà a Gennaio, ci presenterà una nuova versione di sé. Questo bozzetto, si chiamerà “Cose non dette”: una serie di testi composti durante l’anno e dedicati a persone a cui vorrebbe dire delle cose lasciate in sospeso. Una finestra spalancata su un versante tanto bello quanto difficile da raccontare. E allora ecco che la musica, per Lacrima, si fa strumento di sfogo, attraverso cui filtrare le cose che più lo premono, mettendole in ordine e lasciandole andare. 

“Avevo il bisogno di trovare un mio modo di scaricarmi, attraverso cui esprimermi liberamente. Non mi piace lo sport, né la pittura. Non so fare nulla in particolare, eppure mi sono detto: questo mi fa stare davvero bene.”
-Lacrime

… metodo…

Quanto ho sentito dei suoi frammenti per la prima volta, mi sono subito domandata come avesse fatto a tirar su una cosa tanto contorta. Avevo dato per scontato si fosse fatto aiutare da qualcuno, o che perlomeno avesse inciso in uno studio. E invece, durante la nostra chiacchierata, mi smentisce, raccontandomi il suo metodo, alquanto… anticonvenzionale. Artisti emergenti all’ascolto, prendete appunti!

“Mi arrangio con i mezzi che ho”
-Lacrime

Se le basi possono essere prodotte con il solo pc, la questione si fa più complessa per la questione della voce. Bisogna trovare un modo per compensare la mancanza di una sala di registrazione e, allora, perchè non improvvisarne una?

Sostanzialmente Lacrime apre l’armadio, sposta le felpe che fanno da insonorizzati – e, mettendo il cellulare di fronte e la testa tra le ante, registra con Note Vocali e la base in sottofondo. Poi spetterà alla post-produzione, migliorare la qualità. Un sistema casareccio, ma di certo alla portata di tutti e con dei risultati, dopotutto, soddisfacenti.

La copertina dell’album di Lacrime

La copertina dell’album di Lacrime

… e tuffi

Attraverso le tracce, il messaggio che Lacrime vuole lanciare, non può trasparire. 

 “All’inizio ero incerto nel pubblicare “Via di qua” perchè mi mettevo a paragone con i miei amici, che producevano pezzi apparentemente migliori. Poi ho capito che la rete è piena di artisti e che a nessuno interessa chi sei o cosa fai, al massimo non ti ascoltano. Poi ci riprovi.”
– Lacrime

Sono molti gli artisti emergenti che fanno gomitate sulle piattaforme per farsi riconoscere o, perlomeno, lasciare la propria impronta. La verità è che in questo flusso caotico, si fa sempre più difficile affermarsi. Se da una parte può essere frustrante tutta questa concorrenza, dall’altra lascia un po’ di respiro ai giovani autori che, comunque, hanno tra le mani un mezzo con cui esporsi. Cosa c’è da perdere?

Mettetevi in gioco e “sporcate il foglio”, senza il timore del giudizio, né tanto meno la paura di non piacere. Ci si perde in questo mare, ma tanto vale fare un tuffo. Dopotutto, tutte le grandi opere d’arte sono partite da un semplice bozzetto.

Scritto da: Laura 5D