Amici dell’ambiente
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Earth Song” – Michael Jackson
Il nostro Pianeta, purtroppo, è in un periodo di sofferenza. I problemi che affliggono l’ambiente sono tanti e per uscirne serve necessariamente la collaborazione di tutti.
Molte persone attribuiscono la colpa unicamente alle grandi industrie, alle politiche non sufficientemente adeguate e a tanto altro, ma la verità è che ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare qualcosa.
Anche in una scelta banale come quella dei vestiti, infatti, possiamo aiutare l’ambiente e fare la nostra parte.
Pensate che solo per produrre una maglietta servono 2.700 litri di acqua e consistenti emissioni di CO2, mentre per un paio di jeans sono necessari circa 10.000 litri, utilizzando chiaramente fibre coloranti di sintesi.
Persino l’ONU, con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sollecita la costruzione di nuovi sistemi di produzione a minore impatto ambientale.
Insomma, a ciascuno di noi spetta il compito di impegnarsi il più possibile per raggiungere questo obiettivo comune, ognuno nelle proprie possibilità: ecco alcuni suggerimenti per riuscirci!
Per aiutare la natura
Ci sono moltissimi tessuti ecosostenibili di derivazione naturale e soprattutto ottenuti da fonti rinnovabili.
Alcuni esempi possono essere il cotone, il lino, la juta, la canapa, la lana e la seta.
L’acetato, il triacetato e la viscosa, invece, sono prodotti artificialmente, partendo, però, dalla cellulosa degli alberi o dagli scarti di altre filiere.
Un’altra fibra tessile molto particolare è il Cashmere, di origine orientale, che si ottiene dal pelo della Capra hircus.
Rientra nei tessuti ecosostenibili perché non contiene OGM e soprattutto, per l’estrazione e la lavorazione non sono necessarie sostanze tossiche.
Esiste anche un altro materiale, scoperto da poco, che si ottiene dalla polpa di legno degli alberi di eucalipto, chiamato Tancel o Lyocell. Questo tipo di origine rende la fibra cellulosa artificiale più compatibile con l’ambiente e, di conseguenza, meno dannosa.
Per contro…
Le fibre sintetiche, molto utilizzate nell’industria tessile, sono molto meno favorevoli per l’ambiente.
Infatti, il nylon, per esempio, viene usato in particolare per la produzione di calzetteria e intimo femminile per via della sua elasticità.
Ma non solo: quanti di noi possiedono abiti di poliestere, di acrilico o di Elastam – meglio conosciuto come Lycra – ?
Sono certa che non siamo in pochi, tuttavia purtroppo questi tessuti hanno un rischio molto alto di dispersione di sostanze chimiche pericolose e con un tasso infimo di biodegradabilità.
Insomma, non sono proprio l’ideale per dare una mano alla natura in difficoltà.
Perciò, dal momento che ci è data la possibilità di scegliere, facciamolo responsabilmente, ricordandoci dell’importanza del riciclo, dell’ecosostenibilità e della necessità di essere più green.
Perché in fondo, per avere un mondo migliore, basta unire le forze e dare il massimo!
Scritto da: Benedetta, 3G