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Thauma: Quadri Sconosciuti

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “D is For Dangerous” – Arctic Monkeys

Nelle lezioni di arte o online si parla sempre dei soliti artisti: Van Gogh, Frida Khalo. Nonostante tutte queste ripetizioni, però, esistono ancora molti quadri non abbastanza conosciuti che dovrebbero essere approfonditi

Dopo la Notte Stellata 

Tutti conoscono la Notte Stellata di Van Gogh, ma in pochi hanno visto il lato più luminoso dell’artista. Questo si può osservare nel “Seminatore”, realizzato nel Giugno 1888. Il dipinto, realizzato con evidenti richiami ai lavori del realista Jean-François Millet, rappresenta al meglio la capacità di Van Gogh di rappresentare ogni paesaggio ed tipo di luce gli si presenti di fronte. 

Il seminatore (da Millet) , Arles, giugno 1888 Otterlo, Museo Kroller-Muller (Paesi Bassi) - Ph. Credits Artmajeur.com

Il seminatore (da Millet) , Arles, giugno 1888 Otterlo, Museo Kroller-Muller (Paesi Bassi) – Ph. Credits Artmajeur.com

Un altro suo dipinto sconosciuto, questa volta più cupo e serio, è il “Teschio Scheletro che fuma una Sigaretta”. In questo capolavoro Van Gogh esprime la sua superiorità rispetto ai classici studi anatomici -che lui aveva ampiamente superato- aggiungendo la forte ironia portata dell’inutilità della sigaretta stessa. 

Teschio scheletro che fuma una sigaretta , 1886. Van Gogh Museum, Amsterdam - Ph. Credits Horror Moth

Teschio scheletro che fuma una sigaretta , 1886. Van Gogh Museum, Amsterdam – Ph. Credits Horror Moth

Un mondo oltre gli autoritratti

Parliamo adesso di una donna, Frida Kahlo, conosciuta maggiormente –se non totalmente– per i suoi autoritratti, che oscurano però altri capolavori. Uno di questi è una natura morta, “Il Pulcino”, dipinta nel 1945, che se ad una prima occhiata può sembrare un quadro delicato, ha in realtà un significato molto profondo e rappresenta proprio cosa provava in quel periodo: un nuovo amore era appena entrato nella sua vita ed il piccolo pulcino è tenero come questo piccolo capitolo che l’ha segnata a vita. 

“Il Pulcino” - Ph. Credits Wixsite

“Il Pulcino” – Ph. Credits Wixsite

Se il quadro di prima, pur essendo complesso, era un minimo comprensibile, passiamo ora al suo dipinto più surrealista, “Ciò che l’acqua mi ha dato”, del 1938. In questo quadro Frida fa vedere solo alcune parti del corpo, i suoi punti deboli, non solo a definire il dolore fisico dovuto a operazioni subite, ma anche al dolore interno che non ha mai guarito. Ci sono anche molti altri elementi, e non mancano quelli che rimandano alla sua situazione amorosa, come i fili intrecciati e le posizioni dei personaggi presenti nell’acqua.

“Ciò che l’acqua mi ha dato” - Ph. Credits Wixsite

“Ciò che l’acqua mi ha dato” – Ph. Credits Wixsite

Quando un’artista diventa noto per specifici capolavori, molte volte si ci si dimentica di quadri che, pur non essendo tanto conosciuti, rimangono comunque delle opere d’arte, ed è bene che nessun dipinto venga dimenticato.

Scritto da: Morgana Stefanutti e Cristina Beraldo