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Buona!: forbici taglia tempo

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ice Dance”- Ashton Gleckman

Il 2 novembre è un giorno di festa, anche se non viene ricordato sempre: nello specifico, è la festa della commemorazione dei defunti

Così, mi sembrava giusto dedicare questo giorno ad un altro ragazzo che si sarebbe accontentato di un semplice appuntamento al cimitero: il suo nome è Edward

Lui è il Re Mida al contrario dei tempi moderni, perché taglia, sminuzza, distrugge tutto ciò che tocca senza neanche rendersene conto. 

Le uniche cose che riesce a fare senza recare un qualche tipo di danno sono sculture di cespugli e di ghiaccio, ma non è colpa sua: la vita è molto complicata se, al posto delle mani, hai due forbici.

Copia e incolla

Edward dalle mani di forbice è un film che, quando ero bambina, ha sempre suscitato in me paure irrazionali: perché qualcuno dovrebbe avere delle forbici al posto delle mani? Chi gliele ha impiantate? Come fa a fare qualsiasi cosa? 

L’idea alla base dell’opera magna di Tim Burton, – mio regista adorato – è proprio questa: ragionare sulla diversità e il modo in cui le persone la affrontano.

Quale opportunità migliore, se non farlo in goticissimo stile Tim Burton.

Un castello gotico degno delle ambientazioni di Mary Shelley; uno scienziato pazzo che trasforma una macchina per tagliare l’insalata in un ragazzo vivente; la perenne ricerca di una metà e l’ira di chi non riesce ad ottenere ciò che vuole solo perché è diverso.

Direi che nel creare il personaggio, qualcuno ha fatto copia e incolla da Frankenstein qui. 

Tim Burton è il primo a dirlo: il personaggio di Edward è davvero tratto dal mostro di Mary Shelley, ma il film presenta delle caratteristiche che lo rendono assolutamente unico e irripetibile.

Non voltarti

Quella più evidente e quasi fastidiosa – ma, a pensarci bene, geniale – è che non è possibile per lo spettatore capire in quale epoca sia ambientata la storia.

C’è una tranquilla cittadina americana, di quelle classiche, in cui i mariti partono con le loro macchine scintillati la mattina e le mogli passano le giornate pulendo e spettegolando. 

Poi, spostando lo sguardo in cima alla collina vicina, una nuvola scura incupisce un imponente castello gotico assolutamente fuori dal suo tempo.

Le case della città sono di un adorabile colore pastello anni ’60; le macchine dei mariti ci riportano agli anni ’50. Alcune mogli fanno aerobica con tutine fluo anni ’80; qualcuno fa cenni agli anni ’90. E appena ti sembra di aver inquadrato l’epoca in un range di 10 o 20 anni, ecco che arriva un personaggio assolutamente anacronistico.

https://www.youtube.com/watch?v=w3yg9w6ASNw

Per non parlare di Edward, lui sta ancora più avanti: prova a togliergli le forbici, a sistemargli i capelli e il trucco. Rendilo più umano, insomma. 

Immaginalo. 

Esatto, sembra uscito da Matrix.

Senza posto

È un film senza tempo. 

Non solo perché è costruito meravigliosamente bene, – vabbè io sono di parte, mi sa che si era capito – ma proprio perché non ha collocazione nel tempo, a mala pena ce l’ha nello spazio. 

Chi lo ha visto, lo sa già: è una dolcissima e assolutamente universale riflessione su quanto sia complicato vivere se le persone che hai intorno ti apprezzano solo per un periodo definito di tempo e non sai neanche quando finisce; è eterno, anche a Neo colpirebbe.

Inutile a dirlo, non fa paura. O almeno, non nel senso splatter e thriller del termine; fa piangere, tanto, questo sì.

Fatti un favore e ricorda bene l’inizio del film. 

 

Poi ricorda questa scena e aspetta il finale: preparati a trasformare questo film nel tuo preferito.

Scritto da: Alice 5D