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Chacklist: le stelle in tasca

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Starboy” – The Weekend, Daft Punk

Tra videogiochi incredibilmente realistici e film realizzati in computer grafica, siamo talmente viziati dalla qualità della tecnologia moderna da non riuscire più a vedere niente che abbia effetti speciali prodotti prima della grande rivoluzione di Avatar del 2009.

Perché siamo tutti d’accordo: se si capisce che è finto, è cringe

Ma c’è una serie del 1997 che non ha nulla da invidiare ai moderni effetti speciali: ad aprire le danze nella rubrica di consigli vintage alla “old but gold” è “Stargate SG-1”.

Occhio al passato

Stargate ha una trama unica nel suo genere perché, pur essendo una serie fantascientifica, non è ambientata nel futuro, ma nel passato

Nel 1928 viene rinvenuta, in Egitto, una strana “ciambella” di pietra con dei geroglifici incisi sopra. Anni dopo, nel “presente” del 1994, si scopre che quella è in realtà una “porta delle stelle” donateci da civiltà lontane. Un portale in grado di aprire gli orizzonti umani a pianeti e galassie sconosciuti.

Ed ecco la ciambella. – con tanto di musica epica da fila alle montagne russe-. 

Stargate SG-1 è, in realtà, il sequel di un film che, all’epoca, fu un fiasco: è stata proprio la serie a risollevare le sorti di questa storia, vuoi per gli incredibili nuovi colpi di scena, vuoi per la grafica all’avanguardia per essere uscita prima del 2000.

A 7 cifre

Si stima che ogni puntata avesse un budget di 40.000 $ da spendere in effetti speciali. Moltiplichiamoli per 214 puntate totali in 10 stagioni, otteniamo circa 8 miliardi e mezzo di dollari usati soltanto per la grafica. 

Una serie da numeri stellari anche fuori dal copione: cosa ci potrà mai essere dall’altra parte di questo “gate”? 

1. L’Universo di cartone

A questo punto mi aspetto dell’oro ma, di base, dietro allo Stargate, non c’è niente se non una grande tela dipinta.

L’universo visibile nella serie è, in realtà, frutto di un artista che si è divertito a sbattere due pennelli insieme per schizzare un po’ di pittura.

E si scoprì che quella dell’asilo è, alla fine, una tecnica professionale. 

L’universo di Stargate

L’universo di Stargate

2. La porta cheap

Lo Stargate sembra essere fatto da un misto di pietra incisa e metallo, ma, provenendo da un’altra galassia, le mie sono solo ipotesi: chissà che materiali assurdi hanno usato sul set per ricostruirlo, cosa si saranno inventati?

Niente di nuovo, plastica e gomma. I portali cambiano a seconda delle stagioni e delle edizioni, ma i materiali rimangono sempre così deludentemente normali.

3. Il MALP 

Il MALP è una grossissima macchinetta telecomandata con cui gli scienziati, nella serie, viaggiano da una parte all’altra del gate. 

Non è dato sapere cosa significhi realmente MALP, ma abbiamo un’ipotesi: il Mobile Analytic Laboratory Probe è costato niente popò di meno che 85 000 dollari

4. Il palazzo di cristallo del 2000

Molte delle scene sono state girate in un unico posto, una specie di moderno palazzo di cristallo con molte stanze diverse e versatili.

Anche questo è costato parecchio alle tasche della produzione, ma vuoi mettere girare praticamente tutte le scene al chiuso in un unico posto piuttosto che cambiarlo sempre? La mia pigrizia gioisce. 

Tecnica del green screen, usata in Stargate

Tecnica del green screen

5. Green screen

Ora: se le scene girate all’interno sembrano sempre diverse è, solo e soltanto, grazie al meraviglioso team dei visual effects, che, con solo un green screen e programmi scaricati su computer per noi giurassici, riescono a rigirarsi qualsiasi location.

E la cosa ancora più impressionante è che, all’epoca, i designer avevano tutti tra i 19 e i 21 anni. Praticamente la mia età.

Potrei produrre qualcosa di simile, avere le stelle in tasca: ma molto meglio godermi questa serie dal divano.

Scritto da: Alice 5D