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Pop corn del weekend: le scale impossibili di Escher

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Uprising” – Muse

Lì, ai confini infiniti della matematica e della geometria, c’è un artista che è riuscito a creare una realtà tutta sua, unica e riconoscibile ovunque: si chiama Maurits Cornelis Escher.

Lo conoscete, lo so che lo conoscete: è quello delle mani che si scrivono a vicenda, delle figure incastrate tra di loro e, soprattutto, delle scale impossibili.

Scale inutili, che non portano da nessuna parte, oppure scale storte, con misure assurde; che se venisse chiesto di costruirle ad uno studente di ingegneria, scapperebbe in lacrime dalla facoltà.

Ma l’ingegnere non sa che esistono già e sono dove meno te lo aspetti.

Puzzle

Il magico mondo di Escher si trova a circa un’ora e mezza da Roma, sparso un po’ per i paesini di montagna dell’Abruzzo.

Adesso, costruire una casa su una montagna, non deve essere proprio semplice. La superficie non è piana, perciò le scale sono state messe ovunque e, man mano che la popolazione cresceva, in questi posti, si sono costruite altre case con altre scale. Le più antiche, poi, quelle abbandonate, non sono mai state abbattute.

Insomma, ne viene fuori un intricatissimo puzzle di scalini che piaceva tanto all’artista olandese.

EscherThat’s amore

Amava follemente l’Italia.

Oltre alla costiera amalfitana, la Liguria e la Toscana, Escher ha visto le città abruzzesi di Castrovalva e Scanno, ritratte nelle sue litografie. – delle specie di stampe chimiche fatte con una “matrice” o stampino, creato dall’artista -.

E questi paesini sono quasi più surreali delle sue opere: non sai mai se la strada che stai percorrendo ti porterà al Corso o ad un altro vicolo buio; è pieno di finestre che non si possono aprire e balconi uno sopra l’altro.

Ci si sente smarriti, come sarebbero gli uomini ritratti nel quadro Relatività  se potessero parlare.

La città incantata

Escher

Questa finestra, per esempio: avrei qualche domanda.

  1. Perché?
  2. Ma si apre? Come curi la pianta?
  3. Perché?

Ma non è finita qui.

Escher

Il vicolo è strettissimo.

Una scala fatta di sassi non aventi logica. Un cancello… ma il cancello non si può aprire.

Se questo non grida “Escher” non so cos’altro lo faccia.

A pieni voti

Se hai preso la patente, è arrivato il momento di usarla: una gita con gli amici nel weekend e impari a camminare anche a testa in giù.

Ma è solo questione di relatività….

Scritto da: Alice – 4D