lorem ipsum blabla bla

Fronteretro: il rifiuto di Eco

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Nota vocale” – Stornavanti

Tendiamo spesso a credere che la mitologia sia qualcosa di distante da noi, non più utile di un buon voto ad un compito in classe, ma c’è un personaggio pronto a smentirci: Eco.

Giovane ninfa, era solita distrarre Giunone, con la sua parlantina, per proteggere Giove, marito della dea, mentre questi si divertiva insieme ad altre ninfe. Fu quindi costretta a fare un uso limitato della voce ed a ripetere solo le ultime parole pronunciate dal suo interlocutore.

Si innamora perdutamente di Narciso e poiché rifiutata, finisce per dissolversi in pura voce. Ecco perché l’eco esiste, ecco perché eco è un sostantivo femminile. – all’inizio sciocca un po’ tutti, ma ripensare al mito aiuta a non fare errori.-

Ora, le ninfe non esistono ed è impossibile che un corpo scompaia lasciando dietro di sé soltanto voce, ma, nonostante questo, la storia di Eco è molto reale e Ovidio c’ha visto proprio lungo.

Selettiva

Le parole che ripete Eco non sono solo le ultime: sono anche quelle che le piacciono di più.

“C’è qualcuno?”

qualcuno…”

“Perché mi fuggi?”

Mi fuggi…”

“ Giù le mani! Non mi abbracciare! Preferisco morire piuttosto che darmi a te!”

Darmi a te…”

Se provi a leggere solo quello che dice lei, il discorso fila benissimo: “Narciso, c’è qualcuno che vorrebbe vederti, anche se scappi, vieni da me, incontriamoci.”

Lui, d’altro canto, è troppo concentrato su se stesso: non la capisce e neanche si ferma ad ascoltarla. In fondo, chi è più narcisista di Narciso?

Ma fino all’ultimo la ninfa non vuole saperne, sente e capisce solo quello che vuole. Meglio crogiolarsi nell’illusione che affrontare la verità…

Tu sei la mia voce

Eco

Immaginiamo, per un secondo, che Eco non sia vittima di una maledizione, ma che abbia semplicemente paura di parlare per vari motivi: magari è già stata rifiutata, magari le è stato detto che parla in modo spiacevole.

Fatto sta, che a Narciso proprio non gli può dire niente e le rimane solo di aspettare che lui le dica qualcosa.

La sua natura si oppone, non le permette di cominciare; però – questo le è permesso – sta pronta ad afferrare i suoni, per mandargli le sue stesse parole. […] E lei chiama lui che la chiama.”

(Ovidio, Le Metamorfosi)

E non si tratta di “non parlo per prima perché i ragazzi dovrebbero fare la prima mossa” è una constatazione assurda per chiunque, ma una ninfa, poi come Eco, non si sarebbe mai fatta problemi simili.- è più un se mi risponde male potrei svenire lì.”

Immaginiamo Eco in questo modo: quante persone conosciamo, con il terrore di essere respinti, che finiscono per soffrire e struggersi quando succede il peggio e vengono, effettivamente, rifiutate?

Io ne conosco parecchie.

Ovidio docet

Abbiamo solo che da imparare da una storia simile: a volte, fare i narcisi può essere utile.

Per carità, anche Narciso fa una bruttissima fine, – non so, ci sono almeno mille modi migliori di morire che annegare in un lago.-  ma è lui la causa del suo male.

A tutte le Eco lì fuori e qui sul blog a leggermi: rifiutate l’idea di soffrire per un Narciso.

Specchiatevi, e divertitevi insieme nel lago, e imparate ad amare la vostra pelle come se fosse la cosa più preziosa che avete.

Non si può costringere qualcuno ad apprezzare qualcosa che non rispetta.

Dopotutto, se non rispettate voi stessi, non potete pretendere di piacere a qualcuno.

Allora rileggere il mito non serve solo a non fare errori…

Scritto da: Alice – 4D