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Dipingere un quadro dalle mille storie

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Experience – Ludovico Einaudi, Daniel Hope, I Virtuosi Italiani”

framMenti nell’arte è un progetto che consiste nella scoperta delle proprie emozioni attraverso ogni frammento d’arte, che può essere un colore e anche una linea. 

Il 24 febbraio si è tenuto un incontro dopo scuola con alcuni ragazzi e Scilla Esposito, psicologa e referente del progetto. 

Il YCB non poteva perdersi quest’occasione.

Arrivati al posto – dall’entrata a via Nicola Fabrizi, gira a sinistra – abbiamo trovato i ragazzi seduti intorno che parlavano con Scilla. E quest’ultima ci ha detto: “Volete partecipare?”

Siamo riusciti a immergerci completamente nel progetto, e dire che è stata un’esperienza unica è minimizzare. 

Un paesaggio multi significativo 

Innanzitutto ci siamo seduti tutti in cerchio e ci siamo messi comodi seguendo le indicazioni di Scilla. 

Con gli occhi chiusi, ci descriveva un paesaggio da quadro: un cielo limpido, il sole raggiante, un fiume cristallino e un ponticello su cui sedersi a cavalcioni.

Una fantastica giornata che vorremmo tutti. 

C’era chi è riuscito ad immergersi completamente nel quadro e chi no. Addirittura un ragazzo ha sentito il sole baciargli il viso – in realtà, aveva letteralmente il sole in faccia -. Immersione completa direi.

All’improvviso il paesaggio è cambiato totalmente: delle nuvole nere hanno iniziato a coprire il sole e il cielo blu. È iniziato a piovere, gocce di pioggia che cadevano fortemente sulla pelle, l’aria si fece umida e fredda per poi essere seguita dal vento. 

C’era chi ha trovato fastidioso il paesaggio e chi ha trovato conforto. Chi ha sentito fastidio in varie parti del corpo come fronte, stomaco o braccio e chi, invece, ha trovato rilassante la sensazione di pioggia per poi rimanere in quel ponticello, in mezzo al temporale.

Vicino, nel bosco, c’era una casetta di legno con un fuoco scoppiettante all’interno per ripararsi dalla pioggia. La sensazione di un caldo rilassante che asciugava il corpo freddo e bagnato. La sensazione di casa.

C’era, invece, qualcuno che non è riuscito ad entrare dentro ed è rimasto fuori dalla porta fino alla fine dell’esperienza.

Ognuno l’ha interpretato in modo diverso, come era previsto. L’arte non è una cosa oggettiva, ma dipende dalle emozioni che ogni persona sta sentendo, dalle sue esperienze.

Dal disordine al tutto

Scilla ha messo davanti a noi un telo bianco molto grande e ha detto: 

“Prendete un colore che vi faccia pensare al paesaggio che vi ho descritto e spargete il colore nel telo, senza un ordine preciso”.
(Scilla Esposito)

E così abbiamo fatto.

Uno ad uno abbiamo preso un colore e abbiamo colorato questo telo bianco trasformandolo in un quadro colorato e senza regole. Solo un insieme di colori e forme che ci ricordavano il paesaggio. 

Abbiamo piegato questo telo e abbiamo spalmato sopra per spargere i colori messi in modo disordinato. Abbiamo aperto il telo ed è uscito qualcosa di spettacolare. Un insieme di interpretazioni diverse in un unico quadro. Disordinatamente ricco di emozioni.

Scilla ci ha fatto disegnare su un foglio bianco un animale che riuscivamo a vedere nel quadro. Ci ha messo a coppie e abbiamo cercato di creare una storia con gli animali come protagonisti. 

Come dire… Erano quasi tutte storie tragiche.

Sangue qui, scene del crimine lì…

Storie che andavano da “giochiamo insieme!” a “la lucertola ha mangiato il gabbiano”povero gabbiano, hai perduto la compagnaaa! – a “è una scena di omicidio”

Storie totalmente diverse tra loro, ma che appartenevano a un unico quadro. 

Un paesaggio di tale genere può suscitare emozioni diverse, a seconda dello stato mentale della persona. Un quadro può essere uno, ma sarà visto, letto ed analizzato in milioni di modi. 

E tu, qual è la prima cosa che hai visto nel quadro? 

 

SCRITTO DA: MARICA, 4D