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Stefania Caprioli: la letteratura è vita

Soundtrack da ascoltare durante la letteratura: “Virginia Woolf Underwater” – Chelsea Wolfe

L’inglese, materia del cuore per alcuni studenti e gatta da pelare per altri. Indubbiamente, che lo accettiate o meno, è una di quelle discipline che, nella vita pratica, ci servirà sempre, ad esempio per dare indicazioni ai turisti che incontriamo a Trastevere, oppure per viaggiare e fare nuove esperienze

La professoressa Stefania Caprioli, a tal proposito, ci ha dato qualche suggerimento su come migliorare l’apprendimento di questa lingua, ma ci siamo soffermati anche su un altro magnifico aspetto: la letteratura.

Suggestions to improve – suggerimenti per migliorare
Avete mai incontrato persone che parlano inglese molto fluidamente ma che poi non arrivano alla sufficienza ai compiti in classe?

Oppure qualcuno che conosce le regole ad litteram (ma sì, mettiamoci anche il latino!) ma che poi nello speaking si trova più in difficoltà?

Come si potrebbe migliorare in entrambi gli aspetti?

“Non è così solito che chi è bravo nella grammatica, poi non sia bravo a parlare; però, probabilmente, in questo caso, ha solo bisogno di sciogliersi un po’ e quindi, in realtà, il consiglio è di fare tanto “speaking”, […] sfruttare qualsiasi occasione possibile per esprimersi.”
(Stefania Caprioli)

Insomma, se vi trovate in una situazione del genere, la cosa fondamentale è fare esercizio. Non abbiate paura di sbagliare, parlate serenamente e vedrete i progressi!

Nel caso opposto, invece, come ci si deve comportare?

“Chi è più abituato a parlare perché ha un approccio più comunicativo, e magari ha imparato la lingua sentendola, più che sui libri, dovrebbe farsi una base grammaticale e quindi andarsi a rivedere quelle poche regole di base che portano ad una comunicazione più corretta.”
(Stefania Caprioli)

Lo studio di tutte le regole, quindi, è fondamentale, perché, per parlare correttamente la lingua, sono necessarie

Un salto importante

Da biennio a triennio, la musica cambia completamente. 

Ci si ritrova catapultati dallo studio strettamente grammaticale della lingua, ad un mondo pieno di immagini poetiche e figure retoriche: la letteratura

Possiamo dire che per molti studenti questo cambiamento così radicale è abbastanza traumatico. Come si può fare per affrontarlo al meglio?

“Questa è la parte più difficile di tutte. […] Si passa dalle regole, gli esercizi a casa come compito e un po’ di speaking a parlare di Shakespeare, che è difficile anche per gli inglesi!
(Stefania Caprioli)

Dai, almeno c’è una magra consolazione: è difficile per coloro che parlano questa lingua dalla nascita, perciò è legittimo che lo sia anche per noi!

Il passaggio deve essere graduale, il mio consiglio […] è fare tutti i passi insieme al prof. o alla prof. […] Si devono fare domande, si deve essere curiosi di capire, soprattutto di utilizzare la letteratura per imparare nuovi vocaboli della lingua e poi seguire passo passo l’insegnante.”
(Stefania Caprioli)

Con questo genere di studio, ci si confronta con un lessico totalmente nuovo, perciò è molto importante segnarsi i significati che non conosciamo e studiare di volta in volta

Sarà dura, ma non preoccupatevi, perché pian piano riuscirete ad accogliere questo cambiamento. 

Aria di giovinezza

Ognuno ha un suo pensiero sugli autori e il loro modo di scrivere. Senz’altro ciascuno ha delle preferenze specifiche, ma chi è quello considerato più “vicino” allo spirito degli adolescenti?

“Quello che io noto che piace molto ai ragazzi è soprattutto il programma dell’ultimo anno, nello specifico autori come Orwell, Huxley, che fanno questa letteratura distopica, un po’ più moderna e contemporanea con la quale si possono immedesimare.”
(Stefania Caprioli)

Evidentemente, questi autori hanno una particolarità: gli eventi e le situazioni che descrivono ci fanno sentire rispecchiati e forse ci identifichiamo nelle emozioni che provano. 

Nella vita di tutti i giorni

Dalla letteratura inglese si possono trarre film, spettacoli, riflessioni; ma modi di dire?

Esistono delle citazioni che usiamo nella nostra vita quotidiana, prese da qualche testo poetico o da qualche racconto inglese?

Gli inglesi, tantissime, che vengono per esempio da Shakespeare, che è stato un grandissimo inventore di detti o modi di dire. […] Dickens è un altro.”
(Stefania Caprioli)

Per esempio, una frase coniata da Shakespeare che è diventata molto celebre è: 

All’s well that ends well.”, che corrisponde al nostro “Tutto è bene quel che finisce bene.”.

La letteratura: non solo studiarla, ma viverla

Virginia Woolf, nel suo Una stanza tutta per sé dice: 

“Perché la letteratura non è come un sasso che cade per terra – come succede a volte nella scienza: è come una ragnatela legata alla vita, ai quattro angoli.”
(Virginia Woolf)

La professoressa, che, per inciso, adora quest’autrice, mi ha dato il suo parere su questa frase: 

Significa che, in realtà, la letteratura è la vita, la letteratura non è un sasso che cade in un punto e segna quel punto […] ma è diffusa, vissuta. […] Non è un compito, è vivere quello che c’è scritto, interiorizzarlo, portarlo a sé, che si estende in tutti i campi della vita.”
(Stefania Caprioli)

La letteratura, perciò, è parte di noi. Non va interpretata come un dovere, come un semplice brano da leggere: è qualcosa che parla dell’uomo, delle sue emozioni e di ciò che vive. 

Non è solo un’analisi del testo, ma è un mondo molto vicino a noi, che ci fa sentire compresi, commossi, completi e, soprattutto, vivi.

 

SCRITTO DA: BENEDETTA 2G