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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Hush” cover by GoodFellas
Una capa, la sua spalla destra, una poliziotta cattiva e una sorda. Aspettate, ma manca qualcuno! Sì, il guru spirituale! Si è perso nei meandri di Via della Lungara, ma ci raggiungerà. Siedono tutti su un divano in pelle, in una stanza con le pareti in legno e due redattrici con dei taccuini sulle ginocchia. Raccontano il loro ritmo, quello del funky rock, mentre un registratore incide le parole che ora state leggendo. Loro sono i Goodfellas e questo non è l’inizio di una barzelletta, ma è l’inizio di una nuova puntata firmata Youth Beats.
Seppur in ritardo, ci siamo accomodati nello studio 4 di voicebookradio.com, dove abbiamo speso una buona mezz’oretta in compagnia dei Goodfellas, un gruppo emergente funk-rock composto da Federica, la batterista, Morgana, la bassista, Alex, il pianista, e Silvia e Flavio, i chitarristi.
“La band è nata grazie alla nostra scuola di musica che, oltre ai corsi individuali, offre progetti che mettono insieme studenti di vari corsi, formando delle band.” -Morgana
Madville ha prodotto così un team eterogeneo – non solo per l’età ma anche per i gusti e i caratteri – , unito, energico e, soprattutto, funky – questi sono gli aggettivi con cui a loro piace descriversi -. Soprattutto su quest’ultimo si sono soffermati, raccontandoci come agli inizi la loro musica si avvicinasse più al pop – ne è esempio la cover “Juice” di Lizzo -. È chiaro, però, che le inclinazioni individuali, man mano, hanno spinto per uscire allo scoperto e, così, dai testi semplici e orecchiabili, la band si è ritrovata a navigare su spartiti dai ritmi più incalzanti, con basi jazz e soul. Ora, sui palchi lungo cui si esibiscono, c’è sì, spazio per gli strumenti, ma anche per i balli sciolti del tastierista Alex, pronto ad intrattenere il pubblico.
Tra le mura di Madville sono nate tante delle cover musicali che i Goodfellas hanno portato sul palco della Locanda Blues, famoso locale romano – se siete curiosi di ascoltarle, date un’occhiata qui-. Madville è però anche il laboratorio dove i ragazzi, assistiti dalla moglie del direttore della scuola, stanno lavorando al loro primo inedito. “Xylella” – questo, si ipotizza, dovrebbe essere il nome – è il brano con cui i Goodfellas parteciperanno alle selezioni per “Play Music Stop War”, concerto per la Pace, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dai Giovani per la Pace. Esibizione che in fondo non temono, perché nessun’altra performance può andare peggio della prima.
Infatti, tra una risata e l’altra, i Goodfellas ci raccontano di quella disastrosa serata quando, dopo varie esibizioni singole, sono stati spinti, senza se e senza ma, a cavalcare il palco per la prima volta come band. Una Morgana che suonava più in alto, un Flavio troppo in basso e una cantante confusa e senza idea di che nota intonare: un completo disastro tecnico. Unica cosa positiva? La “performance impeccabile”, come la descrive Federica.
“Nonostante tutto però ci siamo divertiti e questa è la cosa importante.” -Silvia
I Goodfellas, però, non si riducono a semplice band musicale e coltivano la loro relazione anche al di fuori degli studi. Così, anche loro hanno inner jokes e aneddoti simpatici nelle tasche. Per curiosità ce ne siamo fatte raccontare uno che, secondo loro, è quello più iconico: il pentolino. Durante un tour in Puglia, organizzato da Madville, si sono ritrovati a convivere nella stessa casa e, per spirito di sopravvivenza, hanno ben deciso di dividersi le faccende. Al turno di Alex, un pentolino sporco è rimasto nel lavabo e lui, spirito leggero, si è ostinato nel non lavarlo. Poi, urla, grida, panico da parte di Morgana e un caos generale che si è concluso con un 38 sul termometro e la poverina a letto con l’influenza per lo stress.
Passando ai progetti futuri, i Goodfellas non si sentono ancora pronti per grandi passi o decisioni. Per ora in programma ci sono solo il concorso per la partecipazione al concertone, qualche esibizione qua e là in quei locali che li accolgono a braccia aperte e un altro possibile tour in Puglia. Nessun desiderio di mettersi in proprio come band, o di incidere in modo autonomo, distaccandosi dal nido-Madville.
Basta aprire Youtube e digitare nella barra di ricerca “Goodfellas” per assistere ai live che li hanno visti protagonisti e, allora, apparirà chiaro come loro abbiano un’ottima tecnica. Si immergono nella musica e le vibrazioni che emanano sono forti, sintomo di una grande passione. Eppure – soprattutto nel mondo del rock e della musica commerciale -, l’esecuzione non è tutto e la critica artistica non si limita alla sola prestazione e capacità individuale. Il giudizio ricade , infatti, anche sul personaggio, sulle sue caratteristiche e peculiarità. Su questo i Goodfellas peccano: sono come un buon piatto caldo che avrebbe, però, bisogno di un pizzico di pepe in più per renderlo accattivante. Sarà forse per questa loro eterogeneità, o forse perché è più difficile rendere proprio un pezzo di un altro.
Chi sono i Goodfellas? A dadi tratti, è molto complicato rispondere. Loro potranno anche considerarsi una band unita ed energica ma, per chi li osserva dall’esterno, appaiono come un insieme di individui che amano semplicemente strimpellare insieme. Si conclude quindi che forse “Goodfellas” non è ancora ben definito, il che è un peccato, considerando i talenti individuali.
C’è però da rimanere ottimisti, perché, alla fine dei conti, i binari hanno sempre bisogno di essere assestati, prima che il treno possa finalmente sfrecciare.
Written by: Zahra Javanmardi
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