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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Martha” – Woody Allen
Woody Allen sta per girare il suo cinquantesimo film e, nel frattempo, pubblica il suo primo libro dopo tanti anni in cui raccoglie racconti, dal titolo Zero Gravity.
Genio indiscusso del nostro secolo, Woody Allen non conosce riposo. La sua creatività viaggia ancora a pieno ritmo e, mentre si prepara a girare la sua pellicola cinematografica numero cinquanta, pubblica un libro di racconti.
Non si può certo dire che abbia finora vissuto una vita monotona. Gossip, chiacchiere, scandali e successi …e la sua popolarità che va su e giù come un’altalena frenetica. Nonostante la veneranda età, il buon “vecchio” Allen non si dà per vinto. Dopo le raccolte storiche e l’autobiografia che ha dato alla stampa nei decenni precedenti, ecco che torna a colpire col sua penna arguta.
Lo conosciamo tutti come un regista visionario, provocatorio, scaltro e sottile. Ma umanamente si è fatto parlar dietro parecchio, sappiamo tutti delle sue “disavventure” sentimentali e delle accuse che ha ricevuto negli anni. Attualmente lo scandalo della sua relazione con la figlia adottiva Dylan -con relative accuse di molestie- ha ripreso quota per via di un documentario dal titolo Allen vs Farrow. Tutto ciò non lo ha messo certo in buona luce, tanto che negli Stati Uniti la sua popolarità e l’apprezzamento della gente è ai minimi storici.
Sulla scia di questo “parlare”, invece di ritirarsi in sacrosanta riflessione, Allen esce allo scoperto con ciò che sa fare meglio. Fare arte.
Così ha raccolto i brani pubblicati sul New Yorker e ben undici altri racconti scritti apposta per questo nuovo libro dedicato con ironia alle figlie Manzie e Bechet. Lui stesso ne parla candidamente col suo proverbiale sarcasmo e le descrive come “cresciute davanti ai nostri occhi usando le carte di credito alle nostre spalle”.
Una dedica speciale della sua raccolta va alla moglie Soon Yi:
“Se Bram Stoker ti avesse conosciuta, avrebbe saputo come scrivere un sequel”.
La prefazione è stata redatta dall’amica Daphne Merkin, che si è sempre schierata dalla sua parte anche nei momenti più delicati. E la sua ammirazione per lui non è un segreto perché, come ammette lei stessa, le migliori battute di Allen, sia che vengano dai film che dai libri, sono comunque radicate nella nostra cultura.
“Allen non ha perso un briciolo della sua abilità nel divertirci. In questi tempi, uno dei pochi rimedi affidabili alla cupezza e alla disperazione è l’umorismo. Mai come ora, è importante far scendere in pista i clown”. – Daphne Merkin.
Soprattutto si sofferma su un passaggio importante del libro. Una short story che, secondo lei, è “la quintessenza dello stile di Allen, nel suo misto di leggerezza romantica e attonita incredulità di fronte a ‘un mondo fatto apposta perche’ lui non potesse mai venirne a capo”.
Il protagonista di questo racconto è Jerry Sachs, coinvolto in una relazione con Lulù, una ragazza dagli occhi viola. Ma Allen dipinge la storia a tinte forti e sagaci non risparmiando frecciate piene di disincanto nei confronti di Hollywood e di tutta la sua falsità. Insomma, anche stavolta non le manda a dire e ci mette la faccia, come ha sempre fatto.
Non ci resta che iniziare a sfogliare Zero Gravity e metterci “in viaggio”.
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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