Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “I Will Always Love You -Whitney Houston”
L’11 febbraio 2012 moriva Whitney Houston.
Il decesso, avvenuto per annegamento nella vasca da bagno della suite 434 del Beverly Hilton Hotel, ha lasciato il mondo sospeso, straziato. Alle 15:55 veniva a mancare una delle più talentose voci di tutti i tempi e eroina della musica nera, nonché donna dei record.
Dei circa 415 premi che ha vinto, ricordiamo i sei Grammy Awards, due Emmy Awards, 30 Billboard Awards. Le vendite tra singoli e dischi ammontano a 200 milioni. Ha inoltre piazzato sette singoli consecutivi alla numero uno nella Billboard Hot 100 in America, battendo i Bee Gees.
The Voice, come l’aveva soprannominata Oprah Winfrey, non solo ha permesso l’apertura di mercati fino ad allora non accessibili alle cantanti di colore, ma è stata ed è di ispirazione a innumerevoli cantanti tra cui ricordiamo Céline Dion, Mariah Carey, Christina Aguilera, Beyoncé e Giorgia, riconosciuta come la Witney Houston italiana.
Gli ultimi anni della sua vita sono stati ottenebrati dalla droga, e anche se nel 2010, dopo un percorso di riabilitazione, dichiarò essersi allontanata dall’uso di stupefacenti, il giorno della morte venne trovata positiva all’assunzione di droga.
Ripercorriamo insieme le tappe di una carriera straordinaria.
La musica era di famiglia: la madre infatti era una cantante gospel e aveva lavorato come corista per Otis Redding, Wilson Pickett e Dusty Springfield.
A 19 anni Whitney venne notata da Clive Devis, che trovò nella sua voce un incredibile talento. Per farlo sbocciare Devis la tenne due anni e quando nel 1985 venne publicato l’album d’esordio Whitney Houston, il successo fu mondiale.
La sua esperienza si apre a più generi, dal country all’hip hop, dal funky alle ballad, anche se le sue radici si rifanno al soul e al gospel. Gli anni ’80 furono senza dubbio segnati dalla sua imponente ascesa su scala mondiale, tanto da diventare l’artista femminile di maggior successo, in termini di vendite, del decennio insieme a Madonna.
Tra le maggiori hit ricordiamo Saving All My Love for You, How Will I Know, The Greatest Love of All, Where Do Broken Hearts Go, e I Wanna Dance With Somebody (Who Loves Me). Inoltre la collaborazione alla colonna sonora del film The Bodyguard, con la famosissima I Will Always Love You, fece dell’album uno dei dischi più venduti di tutti i tempi.
Nel 1992 il matrimonio con Bobby Brown innestò il germe della crisi familiare, che si riversò inevitabilmente sulla sua carriera, che subì una battuta d’arresto nei primi anni 2000. La relazione tumultuosa, culminata nel divorzio del 2006, mise infatti la sua vita privata al centro del gossip selvaggio.
Poi spettacolare ritorno sulle scene con l’ultimo album I Look to You, che ricevette il disco di platino per aver venduto più di 1 milione di copie negli Stati Uniti.
Ai suoi funerali, celebrati nella chiesa battista di Newark, in New Jersey, dove nel coro l’artista aveva incominciato a muovere i primi passi, parteciparono 1.500 persone. Tuttavia come i grandi artisti Whitney Houston non è mai morta veramente. Se è vero che il tempo cancella la fama, con il suo lascito musicale la cantante continua a distruggere le barriere e a vincere la morte attraverso l’eternità di una voce placida, dolce, che entra piano nel cuore di chi la ascolta.
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