Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “I sogni son desideri” – Giuliana Maroni, da Cenerentola (1950)
Il 15 dicembre 1966 moriva Walt Disney, una tra le personalità più importanti del Novecento. Un uomo che è riuscito a rivoluzionare il mondo del cinema e dell’intrattenimento, grazie alla sua continua sperimentazione e al suo ingegno.
Tutti noi siamo cresciuti con i cartoni animati, disegni in movimento che fin da quando eravamo bambini ci affascinano e conquistano. Sembra banale, ma un tempo non era così scontato. I cartoni erano molto brevi e servivano solo per regalare qualche risata. Walt Disney, invece, non li vedeva così. Egli trovò il modo per svilupparli e renderli usufruibili in un modo inedito, per i suoi tempi. Un’intuizione che gli è valsa la gloria eterna.
Eppure egli partì quasi dal nulla. E sembra strano, pensando al grande imprenditore che è poi diventato. Walter Elias Disney nacque il 5 dicembre 1908 a Chicago, e presto il paesaggio che lo circonda cambia. Una fattoria e la campagna, uno spazio immenso che stimola la fantasia di quel bambino speciale. L’appezzamento di terreno in cui visse Walt nei primi anni di vita fu acquistato dal padre Elias. E Walt, quarto di cinque figli, lo aiutava a lavorare la terra. Anche quando il padre si ammalò e dovette abbandonare la fattoria per andare a Kansas City, Walt lo seguì per consegnare giornali. Perché il padre rilevò un’impresa di distribuzione di giornali, e il figlio li consegnava di notte, cercando di dormire appena possibile per poter essere a lezione il giorno dopo. Questa è già una dimostrazione della determinazione e della forza di volontà del piccolo Walt.
Poi la Prima guerra mondiale. E poi un giovane Walt che lavora in una agenzia pubblicitaria, data la sua passione per il disegno. La conoscenza di Ub Iwerks, suo collega lì e anche più avanti. Una delusione immensa da parte di questi, e poi Hollywood, con il fratello Roy. Come altre grandi, anche se rare, storie, il suo personaggio più famoso prese vita in un garage. Derivava da Oswald, the lucky rabbit, il coniglio ideato da Walt e Ub; è bastato accorciare le orecchie e allungare la coda. Così nacque Mortimer Mouse, o Mickey Mouse, come lo conosciamo tutti. Un Topolino che ha rivoluzionato un’epoca, un piccolo animale che fece partire l’ascesa di suo padre Walt con L’aereo impazzito.
Un genio che ha portato il sonoro nei cartoni animati con Steamboat Willie, e che non poteva fermarsi a quello. Perché poi nacquero Donald Duck, Minnie Mouse, Goofy. I primi protagonisti dell’immaginario più famoso e coinvolgente della storia, che uscivano anche in forma di fumetti. Dal 1929 le Silly Symphonies e il technicolor. Che dire, dei lavori incredibili, per essere partiti da una fattoria. E invece la magia continuò quando Walt si rese conto di poter dare ancora di più. Un lungometraggio completamente animato era considerato una follia, ai tempi. Un ottimo modo per perdere molti soldi senza ricavarne nulla. Ma Disney non la pensava così: perché non far sognare per più tempo gli spettatori?
Così, con la Walt Disney Animation Studios, nel 1937 uscì Biancaneve e i sette nani al cinema, uno spettacolo eccezionale che sbanca i botteghini. E da lì comincia la serie dei Classici Disney, un elenco di tutti i nostri personaggi preferiti, coloro che hanno cresciuto noi ma anche i bambini dal 1937 in poi. Pinocchio, Fantasia, Dumbo, e la Seconda guerra mondiale di mezzo, da cui i cartoni animati Disney non si sono fatti condizionare. E poi, ancora, tutti quei premi vinti. Le ispirazioni di queste storie sono la musica e le grandi fiabe della nostra cultura, di quelle che una nonna racconta al nipote mentre gli rimbocca le coperte.
È per questo concetto di vicinanza, di famiglia che Walt cominciò a ideare un luogo in cui potessero divertirsi adulti e piccini. Un gigantesco parco a tema in cui i dipendenti potessero passare più tempo con i propri figli. Nel 1955 ci fu l’inaugurazione del primo parco Disneyland, a Los Angeles. Un vero e proprio evento che, ancora una volta, risulta, ad oggi, essere straordinariamente innovatore.
Intorno alla figura di Disney girano molte voci incriminanti. Brutti attributi per una persona così avanti con i tempi, così proiettata verso il futuro. Ma non è questo il contesto in cui bisogna inserirlo. Walt Disney era un personaggio carismatico, molto attaccato e affezionato alle sue produzioni, sempre attento ai dettagli. Ha creato, mentre era in vita, un impero di gioia e colori in cui ogni bambino ha trovato la sua dimensione. Ed è ancora più assurdo pensare che il suo sogno continua ancora, con la Walt Disney Company che continua a regalarci film d’animazione che sono capolavori per ogni età.
La sua vita, il suo successo, sono l’esempio di una grande lezione: if you can dream it, you can do it.
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