Disegni al posto di costosi shooting per la prima volta nella storia della rivista di moda più famosa al mondo
Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “Vogue – Madonna”
L’edizione italiana di Vogue, la rivista nativa americana che viene definita da esperti di settore e fashion victims di tutto il mondo la “Bibbia della moda” apre il nuovo anno con una vera e propria rivoluzione: la totale assenza di fotografie all’interno del numero di Gennaio 2020.
Una prima volta in assoluto dato che, dall’invenzione della fotografia, mai nessun Vogue al mondo aveva rinunciato a scatti fotografici che accompagnassero i propri editoriali.
È proprio quello che ha voluto Emanuele Farneti, direttore di Vogue Italia, per il numero di Gennaio 2020: realizzare tutti i servizi e le copertine attraverso illustrazioni di artisti noti, vere e proprie leggende del fumetto, così come emergenti in ascesa.
La sfida è dimostrare che è possibile raccontare gli abiti senza fotografarli. […] Vogue Italia non aveva mai avuto una copertina illustrata.
Emanuele Farneti
Duplice la motivazione dietro questa scelta apparentemente solo creativa: da un lato una ragione ideologica, il ritorno ad un racconto analogico della moda in un’epoca fatta di repentini cambiamenti tecnologici, e dall’altro una etica, l’abbattimento dell’enorme dispendio di energie e costi che richiedono i normali shooting. In più, l’intera cifra risparmiata per la realizzazione di questo numero verrà devoluta al restauro della Fondazione Querini Stampalia di Venezia, gravemente danneggiata dall’acqua alta che ha colpito la città lo scorso Novembre.
Per questo numero gli abiti sono stati raccontati senza fotografarli, rinunciando a viaggiare, spedire, inquinare. […] Grazie alla generosità di questi artisti, la cifra risparmiata nelle produzione di Vogue Italia di Gennaio sarà devoluta a un progetto che ne ha realmente bisogno: il restauro della Fondazione Querini Stampalia onlus di Venezia, fortemente danneggiata dalla marea dello scorso Novembre.
Emanuele Farneti
Sette le copertine, raffiguranti modelle realmente esistenti in abiti, accessori e calzature Gucci, che impreziosiscono il primo numero del Vogue italiano della nuova decade: Milo Manara, famoso fumettista, raffigura Olivia Vinten; dell’italiana di nascita Vanessa Beecroft è invece la fittizia “modella dai tratti alla Modigliani”. Cassi Namoda immortala la modella Ambar Cristal Zarzuela, mentre l’americano David Salle disegna Lilli Sumner e Delphine Desane il busto della top model di colore Assa Baradji. A Paolo Ventura l’illustrazione della modella Felice Nova Noordhoff ed infine il giapponese Yoshitaka Amano, la mente creativa dietro il videogioco Final Fantasy, ritrae delicatamente Lindsay Wixon in abito di seta azzurro.
Eccezione alla politica adottata questo mese dalla rivista è la presenza di un unico servizio fotografico realizzato da due fotografe 17enni, scelto perché ulteriore innovazione e definito dagli addetti ai lavori “gli occhi del domani prestati al mostro presente”.
Che sia il ritorno all’illustrazione la rivoluzione eco-sostenibile dal sapore retrò di cui l’editoria di moda ha bisogno?
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