Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Fly – Ludovico Enaudi”
Le origini della famiglia di Vitellio, la gens Vitellia –ma chi l’avrebbe mai detto-, sono ignote e già quando questo divenne Imperatore giravano due teorie.
La prima teoria è che fosse una nobile famiglia non romana e, come tutte le famiglie nobili, discendente da qualche dio ed/od eroe; la seconda, completamente opposta, che venisse da un ciabattino –l’equivalente di un calzolaio, praticamente– che si era arricchito.
Farsi strada con la lingua
A intraprendere per primo la carriera politica fu il nonno del nostro caro imperatore, poi fu la volta del padre che si fece strada a suon di elogi, complimenti e strisciate ai piedi dei potenti.
Come si dice? Ah si: tale padre, tale figlio. Vitellio –il protagonista di questo articolo, intendo- fu la versione evoluta del padre, e riuscì ad ingraziarsi tutti gli Imperatori. Da Caligola a Nerone, nessuno riuscì a sfuggire.
Tra Nerone e Galba venne mandato in Gallia, dove riuscì a mantenere il comando delle truppe che era stato inviato a governare. Come? Ma ovviamente come aveva sempre fatto: ingraziandoseli tutti.
Quindi poi, quando divenne Imperatore dopo Otone, oltre a far ufficialmente iniziare il suo periodo da princeps dal momento in cui il Senato lo riconobbe tale –e non, quindi, da quando le sue truppe lo incoronarono-, continuò in questo modo a mantenere il potere per quasi sei mesi, fino a quando, a dicembre, non venne giustiziato.
L’esercito e Vespasiano
Per prima cosa, sappiamo che quando arrivò a Roma, Vitellio si organizzò malissimo.
Non aveva, infatti, un accampamento dove far alloggiare le sue truppe e quindi la capitale dell’Impero divenne un vero e proprio accampamento lei stessa. Immaginate la felicità degli abitanti che si ritrovavano questi sconosciuti in casa loro che rubavano anche le loro ricchezze… Per non parlare del fatto che i guerrieri provenienti dal Nord, come germani e celti, non erano abituati al caldo e quindi arrivarono anche malattie e pestilenze.
Come iniziare con gran stile, direi.
Paranoico come chi inevitabilmente diventava chi conquistava il Trono di Spade –Ah…Non era quello il suo nome? Vabbeh tanto il principio era lo stesso- licenziò quasi tutta la guardia pretoriana, facendola rimpiazzare con suoi soldati di fiducia, per paura di complotti e congiure.
Poi arrivò Vespasiano, con le sue truppe radunate in Medio Oriente, e diciamo pure che il conflitto si svolse non tra loro due, ma tra i loro generali: Aulo Cecina e Marco Antonio.
Nella zona di Cremona, Cecina tradì Vitellio e cercò di allearsi con Marco Antonio, ma i suoi soldati lo catturarono e imprigionarono nella città.
E fu così che iniziò l’assedio di Cremona e la seconda battaglia di Bedriaco, la vittoria avvenne anche grazie ad uno scontro notturno contro i rinforzi dei soldati di Vitellio. Entrambe le truppe erano stanchissime: quelle di Marco Antonio avevano combattuto tutto il giorno, quelle di Vitellio erano state costrette ad una marcia forzata.
Secondo la tradizione, la battaglia venne vinta al sorgere del sole, alle spalle delle truppe di Vespasiano, accecando i nemici.
All’arrivo a Roma, Vitellio fu giustiziato in una maniera brutale che non ho intenzione di raccontare: l’hanno già fatto gli storici latini e io non voglio traumatizzare nessuno.
Post comments (0)