Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “Coro a bocca chiusa” tratto da Madame Butterfly di Giacomo Puccini
Le tradizioni hanno perso il loro fascino e il mondo, giorno dopo giorno, sta imparando ad abbracciare le usanze e i costumi che provengono da altri territori soprattutto in ambito culinario.
Il 10 e 11 ottobre 2019 si è svolta a Parigi, nel Pavillon Cambon, l’ottava edizione del Barilla Pasta World Championship a cui hanno partecipato giovani chef per celebrare l’arte della pasta. Il vincitore è stato il giapponese Keita Yuge con le sue penne al gorgonzola al profumo giapponese (badate all’acquolina in bocca!), aggiudicandosi il titolo di Barilla Master of Pasta. Un piatto apparentemente semplice ma che è stato premiato sia per la sua genuinità che per l’abilità dello chef nel fondere la tradizione mediterranea con quella orientale. Il giovane ha dichiarato:
Il sake è l’immagine più attuale del Giappone a tavola. Tra le sue materie prime il Koji è forse l’ingrediente più importante della cultura alimentare giapponese, perché senza Koji non possiamo fare sake, miso, salsa di soia, mirin. Il Koji è quindi il prodotto simbolo della cucina giapponese come la pasta lo è di quella italiana. Per questo ho deciso di utilizzarlo nel mio piatto per il Pasta World Championship e creare le Penne al Gorgonzola del futuro.
All’artista proveniente dal Sol Levante è stato inoltre riconosciuto un approccio interdisciplinare nato dalla profonda conoscenza tanto della cucina giapponese quanto dell’italiana, sperimentata lavorando a Tokyo, Osaka e Parigi.
Al contrario gli chef italiani che hanno preso parte alla competizione non sono riusciti ad arrivare neanche in finale nonostante il protagonista dell’evento fosse un alimento strettamente italico. La penisola ha perso il primato della pasta e questo lascia un po’ di amaro in bocca.
Oblio o nuova partenza per la cucina italiana?
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