Soundtrack da ascoltare durante la lettura:”Under Pressure” – Queen feat.David Bowie
Venerdì scorso a Music Whispersabbiamo ascoltato con Valentina Under Pressure, una canzone che non sarebbe dovuta esistere.
Prendete una band che negli anni ha macinato singoli da stadio contornati da album che nel complesso facevano fatica ad avere un’identità coesa e un’artista con alle spalle una trilogia oscura e tremendamente difficile da comprendere. La ricetta per un disastro.
Under Pressure sarebbe rimasta una demo dimenticata, come quelle tra Freddie Mercury e Michael Jackson che sono emerse decenni più tardi.
Eppure con due artisti immortali come Bowie e Mercury si sarebbe dovuta delineare una storia da manuale: un incontro perfetto, l’intesa immediata, e nel giro di un giorno ecco la canzone pronta a scalare le classifiche. Non andò così: più che un giorno fu una notte infinita.
Può capitare che se si mettono insieme due personalità forti e ambiziose allo stesso modo, ma che hanno una visione diversa del brano, finiscano per lottare a costo di imporre la propria visione sull’altro. L’atmosfera dello studio si fa pesante e il brano muore sul nascere: per poco Under Pressure avrebbe sfiorato lo stesso destino. Brian May dopo anni confessò che la sessione di registrazioni fu lontana dall’unione da sogno delle storie a lieto fine:“È stato difficile, perché avevi quattro ragazzi precoci e David […] è una grande canzone ma avrebbe dovuto avere un missaggio diverso. Freddie e David hanno combattuto ferocemente per l’arrangiamento.”
Bowie stesso non voleva che la canzone uscisse perché l’arrangiamento stava andando in una direzione che non lo convinceva. Comprensibile, visto che era reduce da una trilogia infarcita di sperimentazioni culminate con Low.Aveva una visione precisa del brano che non corrispondeva con quella della band. Qualcuno doveva tirarsi indietro, ed è stato May a farlo.
Nel testo e nella struttura melodica di Under Pressure è rimasta questa lotta tra due giganti profondamente diversi, che quasi battibeccano tra loro. Bowie è la voce del pessimismo, ancorata alla realtà:“It’s the terror of knowing/what this world is about”. Allo stesso modo è anche quella che sente di più la pressione delle aspettative del mondo esterno. Un mondo che si concentra solo su una sfaccettatura che preferisce del personaggio senza mai addentrarsi nel caleidoscopio della sua personalità. Freddie invece è la vittima in gabbia, che sente il peso del mondo e vuole uscire. Alla fine sa che l’amore vincerà.
Bowie sul finale dopo aver quasi preso in giro l’amore, che spesso non ha l’empatia necessaria per essere vero punta al vero problema di una società divisa.L’amore può esserci, ma richiede un sacrificio che l’umanità non ha il coraggio di fare: ”And love dare you to take care for/The people on the edge of the night.”
Dopo tante difficoltà e una linea di basso dimenticata per un soffio, Under Pressure esiste. Menomale, verrebbe da aggiungere.
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