Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: Revolution – The Beatles
Banksy, pseudonimo dell’artista inglese di Bristol, negli ultimi giorni ha destato l’attenzione dell’opinione pubblica per essersi cimentato in un ambito piuttosto lontano dalle proprie competenze pur di salvare la sua arte.
Banksy è uno street artist dall’identità sconosciuta che nasce a Bristol negli anni Settanta ed emerge con la sua gang di “graffitari”, la DryBreadZ Crew, negli anni Ottanta. Le sue opere hanno segnato l’inizio di una nuova frontiera dell’arte pop e le sue provocazioni, che ha avuto il coraggio di mettere “nero su muro”, vanno tradotte come una silenziosa rivoluzione contro una società ingiusta. La testimonianza del suo intento sono le varie opere conosciute nel mondo come una palla da discoteca realizzata con gli elmetti della polizia o un gioco per bambini con figure di migranti da caricare su un camion. Il 2013 è stato l’esempio lampante della sua opposizione ai meccanismi sociali, in quanto, per denunciare le assurdità del mercato dell’arte nel valutare le opere, ha messo in vendita le proprie (stampate) a 60 dollari.
Sorprendentemente, l’artista inglese non disegna direttamente sul muro ma prima nel suo studio con lo stencil (una maschera per riprodurre più volte le stesse forme) disegnato a mano o stampato su fogli di acetato che poi vengono ritagliati e posizionati tutti insieme. L’artista in questione afferma di appartenere ad una corrente conosciuta come Existencilism: un gioco di parole tra existentialism e stencil.
Ricapitolando, negli ultimi giorni Banksy ha attirato l’attenzione su di sé per aver aperto a Londra, nel quartiere di Croydon, un temporary shop conosciuto come “Gross Domestic Product”, affermando di aver preso questa decisione:
Probabilmente per la ragione meno poetica che esiste per fare dell’arte.
Tutto ha avuto inizio per una questione legale poiché una società di biglietti di auguri ha cercato di appropriarsi del suo nome per vendere la merce aggrappandosi a cavilli legali. Il provvedimento detta che se un brand non viene usato per scopi commerciali può essere comprato ed utilizzato da qualcun altro. Seguendo il consiglio del suo avvocato, Mark Stephens, l’apertura del negozio, a cui i clienti non possono accedere ma solo osservare dalle vetrine, e la conseguente vendita online delle sue opere (grossdomesticproduct.com ) dovrebbero salvarlo.
Essendo Banksy sensibile alle questioni sociali, i ricavi della vendita dei suoi lavori verranno impiegati per acquistare una nuova nave per la Ong Open Arms finalizzata al soccorso degli immigrati.
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