Sufficienza, parola che gli studenti conoscono bene. Finché il voto non è meno di 6 siamo tutti tranquilli, sopratutto quando siamo verso la fine dell’anno. Non avere la sufficienza in tutte le materie significa bocciatura e questo, ovviamente, non piace a nessuno. Non piace neanche ai professori, che devono farsi trovare a settembre per assistere agli esami di recupero. Non poche volte capita che quel 5 venga infatti “abbonato” e portato ad un 6, per evitare la bocciatura allo studente, che però, diciamolo chiaramente, qualche lacuna se la porta dietro.
Questo sistema non favorisce di sicuro lo studente, che punta ovviamente più al voto che alla piena comprensione della materia. La paura della bocciatura, anche per una sola materia insufficiente, porta a cambiare l’obbiettivo dello studente, facendogli quasi dimenticare lo scopo didattico della scuola.
Ma una soluzione si sta già sperimentando in Finlandia: all’interno delle scuole infatti le classi sono state sostituite da corsi disciplinari. Così facendo non si passa più dalla prima classe alla seconda ma dal primo corso al secondo e così via. La bocciatura in una materia quindi non comporta il rallentamento in tutte le altre materie: se si viene bocciati in un corso si ripete solamente quello e non tutti gli altri. In questo modo la bocciatura diventerebbe qualcosa di più “leggero” e l’abbandono precoce dalla scuola si spera diminuisca. Non resta quindi che aspettare e vedere i risultati di questa sperimentazione.
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