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Letteratura

UNA VITA DA TALK – Capitolo 4 parte 1: “Factotum”

today30 Aprile 2021

Background
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Carlotta dovette fare uno sforzo per contenere quel flusso di pensieri che sembrava incedere con la stessa potenza di un fiume in piena. Si avviò nella zona in cui tutti posavano le giacche, davanti i bagni, rimanendo ferma qualche secondo per ritornare in sé. Dallo studio tre, alla sua sinistra, la tribù dei tecnici la osservava chiedendosi esattamente cosa stesse facendo, lì ferma guardando il vuoto. Come se una voce onnisciente nella sua testa gli avesse appena fatto la spia, Carlotta si voltò nella loro direzione, azione che ebbe l’effetto di far cambiare sguardo ai tecnici e di mettere lei in imbarazzo. Imbarazzo che la portò a far finta di fare qualcosa. Cominciò quindi a spostare gli zaini, a cercare qualcosa di inesistente nella sua giacca. Azioni futili, nate dal pensiero di aver fatto la figura della matta, che però le donarono qualche secondo di pausa, facendola respirare, staccandola da quelle pressanti riflessioni. Rituali atti a scacciare pensieri maligni. Quell’attimo di libertà non durò tanto, e la sua testa, come il fischio di un secondino, la richiamò dall’ora d’aria, riportandola all’inferno. Voce della Radio, Redazione Nazionale, programma, palinsesto, amici che non vedo dall’alba dei tempi, cosa mangio stasera? Tutti pensieri che si accavallavano uno sull’altro, cercando di prevalere e allo stesso tempo impedendole di fare qualunque cosa. Ilaria, la sua voce foriera di realtà, la staccò da quell’incantesimo.

“Carlo, mi dice Luca che tra cinque minuti devi entrare”

La diretta, il microfono, eterno odi et amo.

Ok, una cosa alla volta, ora occupiamoci della diretta, sarà un buon modo per staccare da tutto il resto.

“Si si, un minuto e arrivo”

“Learning to Fly” dei Pink Floyd era appena partita. Ilaria aveva aspettato fino a quel momento fuori dalla porta, come un animale in agguato, in attesa che la scritta On Air perdesse il suo colore rosso acceso. Adesso era entrata per portare a Carlotta una notizia, oggettivamente non così grave, ma che in quel momento arrivò come un pugno in faccia.

“Ti vuole Giulio, sta in sala conferenze”

Ogni volta, ogni volta che andava in diretta c’era sempre qualcosa. La Legge di Murphy esisteva ed era indubbiamente la più stronza di tutte: “Se qualcosa può andare storto, lo farà”

Carlotta si sentiva frustrata. Aveva fatto sì e no quattro talk e adesso non poteva né continuare la diretta né tantomeno ascoltare la canzone dei Pink Floyd.

“Va bene arrivo. Luca metti altri due brani”

Amava la radio, si vedeva, ma ogni tanto le veniva da maledire quel ruolo da factotum che si era data. Come nel Medioevo, in cui barbiere, macellaio e medico erano costituiti da una persona sola. All’occorrenza, quando il re chiamava alle armi, era anche soldato. Carlotta uscì scocciata dallo studio due, per dirigersi nella sala conferenza, le cui mura diventavano sempre più opprimenti, simbolo di un luogo in cui ci si vorrebbe trovare sempre di meno. Dentro, la figura di Giulio sedeva sul suo trono girevole, leggermente tirato indietro, lo sguardo rivolto ad un muro anonimo.

“Che succede Giù?”

 

 

 

Written by: Giorgio Moretti Tommaso Natale

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