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today23 Aprile 2021
“Guarda che ti stiamo aspettando, qui fra un quarto d’ora inizia il tuo programma”, eccetto Carlotta nessuno poteva sentire le parole di Alessio dall’altro lato del telefono. Al massimo potevano decifrare le espressioni di Carlotta, tradite da una vena pulsante sulla tempia destra.
Riccardo restava in attesa, il suo programma sarebbe andato in onda subito dopo quello di Alessio. Era emozionato perché palesemente tra gli stagisti Alessio era quello con più talento, più esperienza, la voce più bella. Eppure adesso Alessio era assente.
“Capito. Allora guarda, forse è meglio se rimani a casa. Ti facciamo sapere, ciao”. Qualunque fosse la lunga spiegazione di Alessio, per tutti era diventato chiaro l’epilogo: Alessio non sarebbe tornato in radio.
Un po’ a tutti capita di pensare di andarsene, Riccardo ci aveva pensato spesso: ogni volta che non si era sentito all’altezza, oppure ogni volta che il suo impegno sembrava non avere alcun risultato. Si chiese se anche Carlotta avesse mai pensato di lasciar perdere, probabilmente sì.
Dopo un sospiro, Carlotta fece scorrere lo sguardo attraverso la stanza, fino a fissarsi su Riccardo: “Ciao speaker!” era immediatamente chiaro cosa stesse per chiedere. “Sei pronto? Andiamo in onda fra dieci minuti”.
Ecco per esempio Riccardo adesso se ne sarebbe andato.
In ogni caso però non avrebbe avuto la possibilità di dirlo perché Carlotta sparì immediatamente tra i corridoi della radio, per poi tornare con Marta: “Vi conoscete no? Bene. Lei farà la redazione”, Carlotta sparì di nuovo.
Solo in quel momento divenne chiaro cosa stava facendo: stava per partire un nuovo programma e Carlotta assemblava la squadra pezzo per pezzo sotto i loro occhi. Mancavano cinque minuti netti quando la videro tornare con Luca, ovviamente sorridente e pronto senza nemmeno chiedersi per fare cosa.
Entrarono tutti e quattro nello Studio 2, ognuno sapeva esattamente dove collocarsi, sullo schermo della regia erano visibili le tracce che sarebbero state usate per il programma di Alessio, la prima: The show must go on dei Queen. “Appropriato” fu il commento secco di Marta.
Poi successe qualcosa che spesso pensiamo accada solo nei film, dimenticandoci che è alla vita reale che i film si ispirano: tutti, allo stesso momento, si resero conto che mancava qualcosa. Qualcosa di essenziale.
“Cazzo la sigla!”
Carlotta stava per lanciarsi fuori dallo studio ancora una volta, Luca la fermò appena in tempo: “Ho delle cose mie che possiamo usare, sono cose che ho fatto con la chitarra, magari ti piacciono…”.
“Luca non c’è tempo di pensarci e decidere. È qualcosa che tu reputi fico o no?”.
“È una bomba”.
“Allora vai”.
Solo in quel momento, a malapena un minuto dall’inizio del programma, Riccardo sorrise verso Carlotta: “Manca solo sapere di che cosa parliamo”, era un po’ nervoso quando doveva improvvisare qualcosa, si sentiva tranquillo solo con una solida scaletta di argomenti di fronte a sé. Ma anche questa è radio.
Carlotta, a meno trenta secondi dalla diretta, gli rispose: “Siamo comunicatori Riccà, di che vuoi parlare? Noi siamo qui per creare dei momenti, possibilmente memorabili, usando gli strumenti che abbiamo. Un po’ come il jazz”.
Luca dalla regia cominciò il conto alla rovescia alzando cinque dita verso gli speaker: Carlotta sistemava le cuffie, Riccardo regolava l’altezza del microfono, Marta cercava un articolo sulle improvvisazioni di Miles Davis.
La scritta On Air si accese, era arrivato il loro momento di comunicare. La radio ha orari che possono sembrare tirannici, ma è il motivo per cui ci affezioniamo a lei, ai programmi, alle voci. La radio non può mai fermarsi perché lo spettacolo deve continuare. Sempre.
Written by: Giorgio Moretti Tommaso Natale
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