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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “This time tomorrow”- The Kinks
Nel libro dell’umanità, tra scoperte eccezionali, formidabili e prodigiose, vi è una sola verità:
“Il cervello è incredibile. Funziona 24 ore per 365 giorni da quando nasci fino a quando ti trovi davanti ad una porta con scritto «spingi» e invece noi tiriamo.”
Chiamato anche spirito di contraddizione, oppure senso comune di ribellione inconscio, il nostro intelletto vuole andare contro corrente.
La porta ci ricorda più di una sola cosa: un limite da valicare, un ostacolo, un confine che ci proietta verso un luogo esterno misterioso.
Vi siete mai chiesti perché, i quaranta ladroni, nella tradizione persiana, ripetono questa formula: “Apriti Sesamo?” E’ da sempre che me lo domando. Si trattava di un “divisorio” fatto in pietra massiccio, ma comunque veniva considerata una delle prime porte della storia.
“Miei cari sudditi, al cospetto della città di Istanbul, ho fatto erigere un grande Palazzo, chiamato “Palazzo Topkapi”. Esso vi condurrà verso il quartiere generale del gran visir e per entrarvi dentro, troverete sull’uscio quella che ancora ad oggi i moderni, chiamano la Porta Sublime o Porta della Felicità, perché dentro nasconde cose che non voi umani non avete la possibilità di immaginar.”
Credo parlasse così il Sultano dell’impero ottomano ai sui sudditi, o almeno penso leggendo le Notti D’Oriente, comunque la porta aveva in sé una simbologia sacra.
Nel frattempo che i francesi facevano, nel Medioevo, un patto con Satana costruendo a Notre Dame le Porte del Diavolo, nel Rinascimento succedeva altro.
Durante il 1600, si narra una storia magico-alchemico intorno alla porta di Piazza Vittorio. Un oggetto magnificente, così tanto “sublime”, che a suo tempo venne distrutta la villa nella quale era costruita questa porta, ma quest’ultima venne comunque salvata e fatta erigere da un altra parte. Chissà perché? Il mistero s’infittisce…
Siamo quasi giunti a destinazione, ci troviamo nell’epoca contemporanea. E’ un mondo “no sensical” questo che ti sto raccontando. Esiste davvero? Innanzitutto, per raggiungerlo dovrai aprire una porta, poi un’altra ancora, sempre più piccola. Bene, entra dentro. C’è una stanza con un pavimento geometrico strambo e un tavolo, sopra troverai due provette “mangiami” e “bevimi”. Da lontano sentirai una voce, proverai a toccare il pomello, fin quando:
“Mi hai preso per il naso, per farmi scattare. Vorresti valicarmi, per passare? Io sono il signor Serratura e questa è una porta di servizio. Sei veramente grosso/a, impassabile. Niente è impossibile. Bevi quella boccetta su quel tavolo e vedrai che dentro la mia serratura c’è un paese di meraviglie.”
E non finisce qua, perché a Bologna esiste una porta che per aprirla basta sorridere. Come il sorriso dei Giapponesi mentre inventarono le porte scorrevoli pitturata da paesaggi particolari.
Immaginate di essere appena tornati a casa, dopo una lunga giornata di lavoro e non avete voglia di aprire la porta: la chiave magica che apre tutte le porte, adesso non serve più. Elettra di Dierre è la porta blindata che non utilizza chiavi, chissà come funzionerà, vi starete chiedendo, ma non è l’unica invenzione moderna.
Con un semplice tocco la porta si apre, piegandosi a forma di origami. Oltre ad essere innovativa è anche un oggetto totalmente affascinante!
Written by: Francesca Aiello
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