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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Time Is On My Side”- Rolling Stones.
Una volta lessi un libro che conteneva un’espressione giapponese, anzi precisamente in dialetto di Okinawa, ed è: Nankurunaisa. Letteralmente vuol dire “le cose andranno da se”, oppure comunemente gli antichi saggi la interpretavano come “lascia che il tempo passi e tutto si sistemerà.”
Lascia che la vita si disegni da sola, senza programmarla, perché l’unica certezza è il tempo. Ed è davvero così? Come se il caso assorbisse gli eventi della vita e li lanciasse nel vento, per farli giungere a noi.
La percezione del tempo e l’evoluzione dell’orologio saranno protagonisti di questa puntata in Oltre la Chicca.
Gli antichi avevano una percezione del tempo smussata, distorta, la quantità era completamente andata nel buco nero del “tempo” stesso.
Ad oggi avremmo la sensazione di aver perso completamente l’orientamento, la nostra identità, perché siamo ancorati alla misurazione del tempo nei suoi ticchettii. Siamo schiavi della quantità, mentre in passato tutto si basava sulla meridiana: l’ombra del Sole comandava l’origine e la fine del tempo.
Tutto risiedeva in quel “momento giusto”, come lo chiamerebbero i greci, in quel “Kairos”. Quella clessidra ad acqua che scandiva il tempo, ma ciò che contava era l’istante, era l’attimo. Era la qualità del tempo.
“Il tempo non viene semplicemente osservato: viene abitato, vissuto. E’ nelle nostre teste, nelle nostre anime , nel nostro presente.”
Sì narra che nel 807 d.C. Carlo Magno venne colpito dalla “maledizione” di un amuleto magico, che scandiva il tempo. Questo oggetto misterioso provocava in lui una forte attrazione verso l’altro, fin quando non finì nel Lago di Costanza. Cosa successe poi?
Mi chiederete cosa c’entri tutto questo con la percezione del tempo e la signora Ruth Belville, anche detta “la signora del tempo.” Giungiamo così nel 1600, il tempo venne intrappolato e venne data una definizione, da una certa e nota “Signora di Greenwich”, la quale diede origine alla vera e propria quantità del tempo.
Nasciamo nel tempo o è il tempo che nasce in noi? A tal proposito, c’è un uomo dai baffi “surreali” che ha colto il tempo di sorpresa, facendone un capolavoro. Tutto è nato una sera, quando Dalì, con un forte mal di testa, osservando il formaggio molle che aveva mangiato per cena, ebbe l’illuminazione: gli “orologi molli” e la percezione del tempo.
E questo cosa c’entra con la caverna nel Sud della Francia? Perché in quegli stessi anni, il geologo francese Siffre stava misurando quel “tempo molle”, prima che “sprofondasse” nel nulla.
Non vi sto parlando di un futuro lontano anni luce da oggi, ma di una proporzione di tempo abbastanza vicina da poter affermare che esistono e approderanno sul mercato: gli orologi intelligenti. Vi chiederete come e in che modo possano avere un’onestà intellettuale, credetemi: sono spaventosi!
Ricordatevi che nella vita futura tutto sarà possibile, a tal punto da non saper distinguere se la nostra vita è proiettata in un tempo reale oppure digitale.
Non mancate, vi aspetto stasera dalle ore 18:00 alle 18:30, con me Chicca!
Written by: Francesca Aiello
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