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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Poison” – Alice Cooper
Vaccini. Pro contro NO, Si, forse, perché…
Di discussioni se ne sono fatte e se ne faranno (speriamo non per molto ancora), sulle modalità d’uso di un dono che l’umanità, grazie alla sua opera d’ingegno, ha fatto a sé stesso.
Vogliamo negare che i vaccini servano? I giudizi sono personali. A noi i fatti. A Pasteur le lacrime.
Nel bel mezzo dell’era COVID-19 arriva, dopo trent’anni di ricerca e secoli di mani nei capelli di diversi medici e ricercatori, il Vaccino contro la malaria. Svolta di una generazione, ma notizia passata in sordina, in una popolazione che pensa a quanto gli costerà il tampone per andare in ufficio. Epocale, e tuttavia…
Cosa brutta. Ben inteso. I paesi cavie sono tre, tutti africani, quelli che il vaccino anti-Covid l’hanno visto da lontano. Perché il problema che squassa l’economia e l’ecosistema umano del novanta percento delle nazioni del mondo a loro sembra non riguardare. Loro hanno problemi atavici da risolvere.
Con cosa si combatte la malaria in Africa? Quella che continua a mietere migliaia di vittime dalla mattina alla sera. Con le zanzariere. Le zanzariere. Hanno un tasso di diminuzione di rischio del 20%.
Questo per le famiglie che la zanzariera se la possono permettere. Perché le zanzariere, qualcuno le inventa, le produce, le fabbrica, le vende.
Il vaccino a quanto pare no. Contro ogni aspettativa l’azienda che ha investito 30 anni di ricerche sul problema, la GlaxoSmithKline, le ha vendute quasi tutte a organizzazioni come l’Unicef o alle nazioni con maggior affezione della malattia, notando che la ricerca, benché lunga è stato un ottimo investimento.
(Su questo un giorno ci torneremo). È l’OMS che ci crede.
Racconto l’esperienza di Stefania, un dietista di Malta volontaria per un breve periodo in Kenya, una delle nazioni esperimento per il nuovo vaccino.
Pesando e soppesando da ogni punto di vista un bambino, da bravo medico occidentale senza esperienza su quel campo, dice alla madre.
“Dovrebbe mangiare questo, questo e quest’altro, il martedì pollo, il mercoledì il pesce”
La mamma sembra non capire. Allora lei gli fa i disegnini degli alimenti. La mamma, che aveva capito, ma era incredula, con un bel sorriso come a dire “ma lei si rende conto su quale pianeta vive?” risponde che le punture e le vitamine sono gratis. Il pollo no.
Il pesce, se al marito non gli prestano la barca non se ne vede per un mese. Ma la puntura è gratis. E suo figlio vive. “Dottoressa, gli faccia una puntura”. Il pollo, l’unico del mese, la mamma lo regala al dottore, che fa le punture gratis.
Sopravvivenza. Vita migliore. Prospettive, punti di vista. Fortuna. Gliene frega che il vaccino sia sperimentale o no.
Vivono. E vivranno.
Chi è in disaccordo parli. Se ne discute lunedì in diretta.
Written by: Andrea Famà
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