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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Library Card” – J. Maya
Ci sono tantissime persone –famose e non. È a questo che servono i social media: sotterrare tutti i post-spiegoni che abbiamo già sentito, con i milioni di altri. Che verranno a loro volta sotterrati.- che spiegano l’importanza della lettura. E l’internet è infatti altrettanto sovraccarico di citazioni di autori famosi che dicono quanto siano importanti e magnifici i libri. Non confondetevi: io amo i libri. Solo che ormai, tutti quei discorsi, sono così sentiti e risentiti che, per quanto veri, nessuno li ascolta più e tutte quelle bellissime frasi sono così tanto abusate da diventare cringe. Per questo voglio parlarvi di un libro che aggiunge nuovo materiale a questo discorso.
“La parola libro, per definizione, non indica altro che un insieme di fogli di carta ricoperti di caratteri stampati.” – Sosuke Natsukawa, Il gatto che voleva salvare i libri
Il gatto che voleva salvare i libri di Sosuke Natsukawa parla di Natsuki Rintaro, un ragazzo giapponese –chi l’avrebbe mai detto.- che perde l’unica famiglia che gli era rimasta ancora prima che il libro inizi. E non sto esagerando: queste sono letteralmente le prime righe della prima pagina:
“Tanto per cominciare, il nonno era morto.
So che è un modo piuttosto brusco per iniziare una storia, ma è un dato di fatto che sarebbe comunque difficile mettere in altri termini.” – Sosuke Natsukawa, Il gatto che voleva salvare i libri
Quindi Rintaro si ritrova a doversi preparare per traslocare da una zia che non ha mai visto prima –ma che si è occupata del funerale e che si preoccupa per lui.- e, invece di fare i bagagli, semplicemente si rintana nella Libreria Natsuki, la libreria dell’usato del nonno, trascurando anche la scuola. –Lui è un hikkikomori dei libri ed io, non essendone troppo distante, in fondo in fondo approvo. Ma voi, non rifatelo a casa.- E, mentre se ne sta sepolto in quel bel posticino, una sera, arriva un gatto soriano, Tora. Ovviamente, in quanto gatto parlante, è altamente sarcastico e incurante di molte cose, e, proprio per questo, si rivela essere il personaggio che ruba lo show al protagonista. Ma visto il titolo del libro, credo che Sosuke Natsukawa l’avesse masso in conto.
“Non sei molto spiritoso, ma l’atteggiamento è quello giusto. Su questa terra ci sono un mucchio di cose che non si possono spiegare razionalmente, molte addirittura assurde. L’arma migliore per sopravvivere in un mondo pieno di sofferenze non è la razionalità né il vigore fisico, ma il senso dell’umorismo.” – Sosuke Natsukawa, Il gatto che voleva salvare i libri
Nel mondo dell’orrore
Rintaro viene condotto in tre labirinti dal nostro amico gatto, con lo scopo di salvare i libri. Si ritrova quindi davanti a spettacoli di abuso di libri che farebbero rabbrividire qualsiasi lettore –anche i mostri che piegano gli angoli per tenere il segno.- e a fronteggiare dei personaggi a dir poco assurdi in scontri dialettici altamente critici verso la società contemporanea.
In un mondo utilitaristico e superficiale, dove tutti credono che l’importante è aver letto tanti libri –sto parlando della trama o della realtà?- Rintaro si trova davanti ad una logica che sembrerebbe inattaccabile se non fosse per il fatto di essere totalmente sbagliata.
“I libri hanno un’anima. Se i libri rimangono semplicemente dove sono, non diventano altro che un mucchio di carta. Ma se in essi viene profusa la cura e l’attenzione delle persone, nei libri che continuano a essere trattati con rispetto va a insediarsi un’anima.” .” – Sosuke Natsukawa, Il gatto che voleva salvare i libri
Come finisce la storia? Sta a voi scoprirlo…
Written by: Aurora Vendittelli
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