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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Try” – Colbie Caillat
Quando si fa zapping nel magico mondo dei social media, ci sono solo tre scenari: scoprire che hanno segnalato un vostro post, segnalarne uno o trovare qualcuno che si lamenta perché il suo è stato segnalato. Sorge, quasi spontanea, una domanda: Chi controlla i post segnalati?
Inizialmente pensavo fosse un processo computerizzato, poi mi hanno regalato Questo post è stato rimosso di Hanna Bervoets.
La trama è abbastanza semplice, visto che il libro in sé è cortissimo, e la scopriamo quasi subito.
Kayleigh è una giovane donna, con dei debiti da saldare, che ha lavorato per Hexa, una società che gestisce dei social, controllando i post che vengono segnalati dagli utenti. In pratica deve decidere, in base ad alcune regole, se i contenuti possono girare online o meno. Dopo quasi un anno, Kayleigh decide di licenziarsi e di pagare i debiti in un altro modo. Noi conosciamo la sua storia a post-eriori –dopo questa mi licenzio- , quando la racconta al signor Stetic, un avvocato che sta denunciando Hexa con altri ex-dipendenti, e che continua a chiederle la sua testimonianza.
“Le parlerò dei miei mesi a Hexa, le racconterò le mie mansioni, le regole, le famigerate condizioni di lavoro pietose; cose, insomma, che senza dubbio la interessano. Poi le spiegherò perché me ne sono andata da Hexa. […] A quel punto capirà da sé perché non voglio diventare sua cliente, signor Stetic, anzi, probabilmente non mi vorrà più nemmeno assistere.” – Kayleigh, Questo post è stato rimosso
Per cui, chiari, sono anche i messaggi che vuole dare: attenzione a cosa si trova su internet; lo sfruttamento sul posto di lavoro; la cedibilità della mente umana…-Le solite cose che terrorizzano i nostri genitori al pensiero di come utilizziamo i social-.
Il libro prosegue come un monologo lunghissimo ed ininterrotto -diviso in ovviamente paragrafi e capitoli, perché è pur sempre un libro- di Kayleigh per il signor Stetic, e noi veniamo a sapere tutto. – Kayleigh è una persona di parola-. Il fatto è che abbiamo una prospettiva esponenzialmente soggettiva e da una parte non può che essere una cosa positiva: è più facile capire, infatti, il tipo di lavoro per Hexa. Man mano che proseguiamo con la lettura, comprendiamo tutte le regole assurde e strettissime in cui i dipendenti valutano i post:
“La signora che viene sbalzata dalla carrozzina elettrica può finire online? No, se c’è sangue. Sì, se la situazione è chiaramente comica. No, se si può parlare di sadismo. Sì, se quanto mostrato ha un valore educativo…” – Kayleigh, Questo post è stato rimosso
Ma dall’altro lato, verso la fine del libro sorgono dei problemi. Vediamo solo il lato di una storia con molti personaggi e non possiamo fare a meno di domandarci cosa sia successo veramente. E, oltre alla dimensione personale, ad un certo punto Kayleigh smette di rompere la pagine, di rivolgersi esplicitamente all’avvocato, per poi arrivare ad un finale appeso.
Eh già, perché manca proprio la chiusura e, senza quell’elemento su cui si fonda l’intero libro, dobbiamo domandarci …ma ci starebbe veramente bene un finale?
Written by: Aurora Vendittelli
Hanna Bervoets libri questo post è stato rimosso social media
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