Oggi, all’assemblea d’istituto tenutasi al Liceo Kennedy di Roma, abbiamo avuto il piacere di ricevere come ospite la celebre personalità di Carlo Verdone, indubbiamente uno degli attori e registi italiani più influenti degli ultimi quarant’anni.
Accolto più che calorosamente dagli studenti del Kennedy, ha subito spezzato quella barriera di leggera tensione propria dei primi istanti proponendo un piacevole momento di colloquio a “tu per tu” con i ragazzi: gli argomenti hanno spaziato dalle prime difficoltà con il suo avvicinamento al contesto del cinema e alla cultura del cabaret (basti pensare alle sue genuine e umili origini, che affondano le radici nel programma televisivo Non Stop) alle nuove problematiche legate al frenetico cambiamento dell’intrattenimento cinematografico verso piattaforme di streaming online, il tutto immancabilmente disseminato di singolari aneddoti, anche malinconici, su quella particolare realtà romana e italiana che purtroppo con l’avvento della globalizzazione sta irrimediabilmente estinguendosi.
Avvincenti poi le frequenti digressioni sul particolare punto di vista dell’attore che, stando “dall’altra parte dello schermo”, si ritrova a vivere tutte quelle piccole situazioni sul set, nel suo caso anche con individui di spessore come Alberto Sordi (Sordi e Verdone hanno girato due film insieme: In viaggio con papà, con la regia di Sordi, e Troppo forte, diretto da Verdone stesso), o anche quei miracolosi momenti di improvvisazione che riescono a dare risultati inaspettati nonostante le numerose difficoltà durante le riprese (ha fatto l’esempio dello spezzone dell’agente immobiliare nel film Gallo Cedrone).
Tirate le somme, è facile intuire come alla fine della giornata il sapore rimasto nella bocca di tutti sia stato quello di un uomo dalla natura poliedrica e pragmatica, che ha saputo dare ampio respiro alle sue opere in modo da far intersecare film su “maschere plautine” attinte dal tessuto culturale italiano-e-non con produzioni più corali e corpose, ben lungi da quegli spiacevoli “accanimenti cinematografici” a cui troppo spesso si assiste e che infine è stato capace di reinventarsi efficacemente nei suoi quasi 43 anni di esperienza, riuscendo a recitare in un film da Oscar, privilegio di pochi.
Post comments (0)