Il titolo scelto calza a pennello e descrive perfettamente l’evento numero 229 della Ultimate Fighting Championship, la promotion di MMA più famosa al mondo.
E’ stato, senza ombra di dubbio, un evento storico per gli appassionati degli sport da combattimento, e direi anche per gli sportivi in generale. Tantissimi erano i presenti alla T-Mobile Arena di Las Vegas, e milioni gli spettatori che hanno seguito questo evento in diretta o in differita, principalmente per via di un incontro molto atteso. Ma partiamo con ordine presentando tutti gli incontri della serata:

Il primo match è stato quello tra Michelle Waterson e Felice Harrig, per la divisione dei pesi paglia (52kg) del campionato femminile. In ogni evento UFC è presente almeno un incontro delle quattro categorie di peso riservate alle donne. Le due atlete, entrambe di grande esperienza in UFC, hanno combattuto quasi alla pari, anche se a prevalere è stata la Waterson per decisione unanime dei giudici. L’atleta conosciuta come Karate Hottie si conferma perciò ora una contendente per il titolo, ed ambisce ad essere la prima mamma ad indossare una cintura.
Nella successiva sfida si sono scontrarsi il numero 2 nel ranking dei pesi massimi (120 kg) Derrick Lewis, e il numero 5 Alexander Volkov. In un match che ha visto la netta superiorità di Volkov, Lewis è riuscito a mantenere la lucidità e a trovare il pugno da KO a soli 11 secondi dalla fine dell’ultimo round, che altrimenti avrebbe decretato la schiacciante vittoria dell’avversario. Iniziamo già in questo scontro a notare i primi segnali premonitori, che indicano come questo evento non sia come tutti gli altri.
I terzi ad entrare nella gabbia sono due atleti della divisione dei pesi massimi leggeri (93 kg) : Ovince Saint Preux e Dominick Reyes. I due atleti hanno in comune un background nel football americano, cosa che si nota in maniera netta nella fisicità di Saint Preux; si tratta comunque di qualità acquisite che non hanno impedito al giovane Reyes di portare a casa l’incontro per decisione unanime, anche se al suono della sirena dell’ultimo round Dominick era riuscito ad assestare un KO che, per decisione dei giudici, non gli è stato assegnato.
Avvicinandosi sempre di più al Main Event, arriva l’incontro per decretare il diretto concorrente alla cintura dei pesi leggeri (70 kg), tra Tony Ferguson ed Anthony Pettis. Il match è stato a dir poco spettacolare, tra “Showtime” Pettis che ha dato il meglio di sé per intrattenere il pubblico, e Ferguson che nonostante l’operazione alla gamba subita solo 5 mesi prima, è tornato in scena più forte che mai. Tutto finisce alla pausa tra la seconda e la terza ripresa, quando Pettis si rende conto che oltre ad avere delle profonde ferite sul volto, si è pure rotto una mano nella foga di un incontro spettacolare, che lo ha visto perdere soltanto sulla carta.
Così si arriva alla sfida più importante della serata, e forse, di tutti gli eventi UFC dell’ultimo decennio: quello tra Connor McGregor, che torna dopo due anni di assenza sull’ottagono, e Khabib Nurmagomedov, il campione imbattuto dei pesi leggeri. Si tratta di un incontro che ha il sapore di uno scontro finale, sia per le qualità dei due lottatori, sia per l’accesa inimiciza tra i due, che ha portato diverse volte ad episodi spiacevoli. Il match ha visto però un po’ uno stravolgimento dei ruoli inaspettato: Connor, che è riconosciuto come un ottimo colpitore, si è rivelato un avversario duro nella lotta corpo a corpo, e Khabib ha dimostrato a sua volta di saper usare molto bene i calci, nonostante sia conosciuto perlopiù come maestro degli abbattimenti a terra. L’incontro ha visto il suo culmine al quarto round, dove un Mcgregor ormai molto stanco fa l’errore di dare la schiena all’avversario, che ne approfitta per sottometterlo e mettere fine al tutto.

Segue poi una scena non degna della spettacolarità del match: in seguito a degli alterchi tra l’entourage dei due atleti, Khabib salta fuori dalla gabbia e colpisce l’angolo di Connor, generando così una enorme rissa dentro e fuori il ring. Ciò ha portato gli organizzatori a non consegnare la cintura a Khabib, e a far uscire gli atleti nella confusione generale.
In conclusione, possiamo quindi affermare che l’UFC 229 ha lasciato in qualche modo un segno nel mondo delle arti marziali miste, sia per chi questo sport lo pratica e lo segue, che per i tanti curiosi che si sono avvicinati a questo evento per veder passare la storia dello sport attraverso questi atleti.
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