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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Where the streets have no name” – U2
Era il 25 settembre del 1976 e un giovane batterista appese un volantino nella bacheca della sua scuola per cercare altri musicisti per formare una band.
Risposero all’appello 4 ragazzi armati del suo stesso entusiasmo. Un cantante, un bassista e due chitarristi. E così nacquero i Feeback.
Ben presto uno dei chitarristi lasciò il gruppo e i Feeback rimasero in quattro. Ben assortiti, ben calibrati fra loro, trovarono subito un equilibrio efficace e cambiarono nome. Da lì l’incontro con un manager e finalmente la svolta che, forse, nemmeno loro si aspettavano.
Tutto questo accadeva a Dublino, nella verde Irlanda, e i quattro ragazzi erano Larry Mullen, Adam Clayton, Dave Evans -soprannominato The Edge– e Paul David Hewson, al secolo Bono Vox. La band, che da quel lontano 1976 non si è mai sciolta, è quella degli U2.
Lo possiamo definire uno dei gruppi più longevi della Musica mondiale. Fin dal primo album, Boy, hanno imposto il loro gran carattere musicale esportando anche negli Stati Uniti una musicalità nuova, fresca, incisiva e sempre impegnata. In un perfetto mix fra la splendida voce di Bono e sonorità sempre riconoscibili, accattivanti e mai banali. E il brano portante, I will follow, resta tutt’oggi uno dei più significativi poiché fu il primo passo verso tutto ciò che avvenne dopo.
Ma l’incontro della loro vita avvenne negli anni ottanta, quando incrociarono i loro flussi con quelli dei produttori Brian Eno e Daniel Lanois.
E fu un’esplosione di creatività che portò immediatamente al primo frutto, la splendida Pride, dedicata a Martin Luther King, che anticipa l’album The Unforgettable fire, primo in classifica a pochi giorni dall’uscita.
Dopo tre anni arriva un disco che ha fatto storia, Joshua Tree che contiene alcuni dei brani più amati della band. Un susseguirsi di canzoni indimenticabili con testi ancora più schierati politicamente. E fu anche l’inizio di un grande impegno per l’Africa e per i diritti umani. Questo resterà un timbro importante per gli U2 che hanno continuato a mantenere questa linea come punto fermo della loro attività artistica e sociale.
In questo quarantaseiesimo anniversario voglio ricordare i loro 13 storici album che hanno venduto quasi 200 milioni di copie, proiettandoli tra le migliori band di tutti i tempi con un guinness dei primati per i concerti più scenografici e più seguiti di sempre. E lo si può dire senza sembrare eccessivi, finora hanno scatenato davvero i giovani di tante generazioni, come una vera e propria vertigine che ancora non si arresta!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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