Scoperta a soli 16 anni, proclamata “il volto del 1966”, Twiggy era ormai diventata l’icona della generazione di cui la minigonna, da lei indossata, era divenuta il simbolo della rivoluzione del costume che di lì a poco sarebbe scoppiata definitivamente.
L’incontro con Bowie segnò anche la sua presenza, frutto del caso, nella copertina dell’album Pin Ups (1973).
In realtà la foto era stata scattata per British Vogue: Bowie voleva essere il primo uomo a comparire nella cover rivista, ma l’editore, se da una parte mandò in fumo le ambizioni del cantante, dall’altra scrisse una pagina indimenticabile nella vita di Twiggy.
Justin de Villeneuve, il fotografo che ha realizzato lo scatto, racconta come è nato l’idea della collaborazione.
Era il 1973 e nella canzone Drive-in Saturday Bowie cantava “Twig the wonder kid”. Così, nell’incontro in cui il cantante aveva espresso la sua ambiziosa idea per la copertina di Vogue, Justin propose proprio la modella per affiancarlo nel servizio fotografico.
Gli scatti si tennero a Parigi, dove Bowie lavorava a Pin Ups. Il motivo della maschera era l’abbronzatura di Twiggy, appena tornata dalle vacanze in Bermuda, accostata al colorito del cantante che invece era pallido.
Il make-up si rivelò una soluzione convincente e quando Justin mostrò le foto a Bowie, il cantante espresse subito il desiderio di inserirla nella copertina dell’album. Il resto è storia.
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