Trascorrete una serata invernale in compagnia degli amici più cari, il tepore del camino vi rigenera… ma vorreste qualcosa di più. Quale modo migliore per ristorarsi, se non quello di sorseggiare un buon tè caldo? Considerato un po’ la panacea a tutti i mali, il tè è da sempre annoverato tra le soluzioni migliori per curare numerosi malanni, sopratutto nella stagione più fredda.
Amato da tanti, conosciuto davvero da pochi: come si produce questa celebre bevanda?
Seguiamone alcune tappe.
Un dato salta da subito all’occhio: l’unico elemento più bevuto del tè… è l’acqua! Proprio così: l’infuso come oggi lo conosciamo viene ricavato dalle foglie della Camelia sinensis, la cui coltivazione iniziò in Cina intorno al 400 d.c. In Giappone la sua diffusione si espanse ben 4 secoli dopo. Fu invece grazie ai commerci portoghesi e olandesi che la bevanda giunse anche nei mercati europei.
Inizialmente il tè veniva adoperato come rimedio medico assai pregiato, ed era per questo motivo considerato un lusso che solo i ceti più abbienti potevano permettersi.
La parola “tea” deriva dal cinese “tay“, usato nella città cinese “Xiamen”. Proprio da qui, infatti, partivano le navi britanniche cariche dei vari infusi, che ben presto iniziarono ad acquisire un immenso valore nei mercati di tutto il mondo. Attualmente gli stati che vantano le maggiori produzioni di tè sono: Cina, India, Sri Lanka, Kenya e Turchia.
Una curiosità riguarda anche la nostra penisola: proprio sulle sponde del lago Maggiore, in Piemonte, sono stati ottenuti dei risultati soddisfacenti circa la produzione dell’infuso sul territorio. Forti di questo successo, anche a Lucca stanno cercando di ottenere il celebre prodotto. La coltivazione del tè prevede principalmente 4 fasi di lavorazione. Eccole riassunte:
- Piantumazione. Le piante vengo generate in un vivaio, distanziate circa un metro le une dalle altre. È molto diffusa la loro concimazione tramite fertilizzanti chimici, a base di azoto e potassio.
- Raccolta. Questa seconda fase dura all’incirca due settimane e viene svolta manualmente, soprattutto dalle donne. Vengono prelevati ben 25-30 chilogrammi di foglie al giorno!
- Trasformazione. Allo scopo di non disperdere troppo i preziosi aromi, il raccolto viene trasportato in tempi assai rapidi, e le foglie vengono trattate lo stesso giorno della raccolta. Si eseguono dunque le procedure di essiccamento, avvizzimento, rullatura e arrotolamento (questa fase può avvenire tradizionalmente o tramite un’azione meccanica). L’ultimo passaggio, nonché il più delicato, consiste nell’essiccamento finale. Questo avviene a 90 gradi per circa a mezzora.
- Selezione e confezionamento. Le foglie vengono separate in base alla forma e alla dimensione (intere, spezzate, frammentate…). Ecco quindi che il prodotto ottenuto viene confezionato e selezionato dagli assaggiatori dei vari marchi.
A seconda della tipologia che si desidera ottenere, le varietà di tè possono essere miscelate oppure commercializzate in assoluta purezza. Per ogni chilogrammo di foglie fresche si possono ottenere fino a 250 grammi di tè secco. Tutto dipende ovviamente anche dalle condizioni climatiche e dalle tipologie dei diversi terreni.
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