Il 25 Maggio si è conclusa la 72esima edizione del Festival di Cannes e, come da tradizione, sono state tante le emozioni che hanno toccato il cuore dei presenti alla premiazione dei vincitori dell’evento, che si è svolta in pompa magna al Grand Theatre Lumiere. Ma, come si suol dire, ciò che conta è il risultato, dunque ci limiteremo a soffermarci sui riconoscimenti ottenuti dai grandi nomi del cinema internazionale selezionati quest’anno:
Palma d’Oro
Cominciamo dall’alto: l’ambitissima “Palme d’Or” è stata conquistata dal coreano Bong Joon Ho con il suo “Parasite”.
Palma d’Argento (Grand Prix)
Al secondo posto la giuria ha voluto designare l’“Atlantique”, di Mati Diop.
Miglior Attore e Migliore Attrice
Per quanto riguarda i premi dedicati all’attore e all’attrice che maggiormente si sono distinti nel corso di questa edizione del Festival, sono stati Antonio Banderas, con la sua interpretazione in “Dolor y Gloria”, ed Emily Beecham, per il film “Little Joe”, ad essere insigniti, rispettivamente, del riconoscimento di Miglior Attore e Migliore Attrice.
Premio della Giuria
Ad aggiudicarsi ex aequo il prestigioso Premio della Giuria le due pellicole “Les Miserables”, di Ladj Ly, e “Bacurau”, di Kleber Mendonca Filho e Juliano Dornelles.
Migliore Regia
Non c’è film senza regista: ragion per cui molto sentita è stata l’assegnazione del premio alla Miglior Regia, quest’anno conquistato dai fratelli Jean Pierre e Luc Dardenne per la realizzazione di “Young Ahmed”.
Migliore Opera Prima (Camera d’Oro)
“Nuestras Madres” di Cesar Diaz è stato invece il film designato dalla giuria come Migliore Opera Prima presentata alla rassegna cinematografica di quest’anno.
Migliore Sceneggiatura
Celine Scianna, questo il nome della vincitrice della Migliore Sceneggiatura dei questa 72esima edizione del Festival di Cannes. A determinare il suo successo, la magistrale stesura della sceneggiatura di “Portrait of a Lady on Fire”.
Ultima, ma non per importanza, va ricordata la menzione speciale all’attore, regista e sceneggiatore palestinese Elia Suleiman, distintosi tra gli altri per il suo “It Must Be Heaven”.
Insomma, volendo fare un rapido bilancio conclusivo, si può dire che, nonostante l’Italia non abbia ricevuto alcuna statuetta, “Il Traditore” di Marco Bellocchio è stato comunque in grado di portare a casa un successo altrettanto degno di nota, ricevendo dalla platea la bellezza di 13 minuti di applausi alla premiere, qualcosa che non si può mettere in bella vista sulla mensola di un elegante caminetto, ma che certamente possiede un valore altrettanto ricco di significato.
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