Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “Cinema – Skrillex”
Anno nuovo, premiazioni nuove! All’indomani dell’assegnazione dei Golden Globes 2020 al Beverly Hilton Hotel nella serata speciale condotta ancora una volta da Ricky Gervais, la quinta per la precisione, l’anno da poco avviatosi ha visto grandi pellicole, attori e registi portare a casa risultati per alcuni inaspettati, per altri piuttosto prevedibili, per altri ancora esigui, almeno in confronto alle aspettative.
E proprio in quest’ultimo caso è rientrato il colosso Netflix, che con il premio per la categoria “miglior attrice non protagonista” a Laura Dern per la performance eseguita in “Marriage Story” ha ottenuto solo una statuetta sulle diciassette sperate, così come Martin Scorsese e la sua serie più blasonata, “The Irishman”, che non ha portato a casa alcun premio nonostante le promettenti cinque nomination.
Serata da ricordare invece per Quentin Tarantino, insignito del prestigioso riconoscimento sia per quanto riguarda la categoria “migliore sceneggiatura” della pellicola “Once upon a time in Hollywood” sia per il “miglior film commedia o musical”. Incoronato poi un raggiante Brad Pitt come “miglior attore non protagonista” dello stesso film, mentre la componente femminile salita sul palcoscenico a ritirare il globe è stata costituita da Ellen DeGeneres per il “Carol Burnett Award”, Michelle Williams per la “miglior attrice in una miniserie o film per la televisione”, Phoebe Mary Waller-Bridge per la “miglior attrice in una serie commedia o musicale”, Patricia Arquette per la “miglior attrice non protagonista in una serie televisiva”, Olivia Colman per la “miglior attrice in una serie drammatica”, Renée Zellweger per la “miglior attrice in un film drammatico” e per finire Awkwafina per la “miglior attrice in un film commedia”.
“Miglior film d’animazione” invece per “Missing Link”, mentre la statuetta per la “miglior serie televisiva commedia drammatica” è andata alla pellicola “Fleabag”.
A Taron Egerton poi il globe per il “miglior attore in un film commedia”, con la sua magistrale performance in “Rocketman”.
Non poteva che andare a Joaquin Phoenix a.k.a Joker il globe per il “miglior attore in un film drammatico” di questa edizione, mentre quella stessa pellicola che l’ha consacrato al successo è stata premiata per la categoria “migliore colonna sonora originale”.
Ad impugnare la statuetta come “miglior regista” di quest’anno un sorpresissimo Sam Mendes, con il suo “1917”, per di più votato come “miglior film drammatico”.
È stato invece Ramy Youssef il “miglior attore in una serie commedia o musicale” di quest’edizione dei Golden Globes.
Continuando, il premio per il “miglior attore non protagonista per una miniserie” è stato consegnato a Stellan Skarsgard per la sua intensa interpretazione nel tv show “Chernobyl”, a sua volta insignito del titolo di “miglior miniserie o film per la televisione”.
“Miglior film straniero” invece a “Parasite”, la stessa pellicola già premiata con la Palma d’Oro al Festival di Cannes dello scorso maggio.
Andando avanti, è stata la volta del premio per il “miglior attore in una serie drammatica”, assegnato a Brian Cox per il ruolo interpretato in “Succession”, a sua volta insignita del titolo di “miglior serie televisiva drammatica”.
“Migliore canzone originale” al brano di Elton John e Bernie Taupin, “(I’m Gonna) Love Me Again”.
Ad essere selezionato “miglior attore in una miniserie o film per la televisione” è stato poi un brillante Russell Crowe.
Ultimo ma non per importanza un meritato “Golden Globe alla carriera” all’attore di sempre Tom Hanks.
Volendo fare un bilancio complessivo di questa prestigiosa premiazione cinematografica, siete rimasti soddisfatti o delusi dalle assegnazioni di quest’anno?
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