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Eventi

Tutti i colori: in diretta dalla sfilata del Pride

today28 Giugno 2021

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: ”Everyone Is Gay” – A Great Big World

Siamo praticamente giunti alla fine del Pride Month: due/tre giorni e giugno finisce. – E io che in questo periodo non ho fatto nulla… (Caro professore qualsiasi che stai leggendo questo articolo, per favore, dimentica l’ultima frase. Grazie.)- 

E con la fine del mese arriva anche il Pride della capitale, Roma, che si svolge proprio nei giorni di Stonewall. Oggi vorrei raccontarvi dei questo.

Il Pride

L’evento è iniziato alle 17 del 26 giugno, ma già dalle 11 di mattina c’erano ragazzi con vestiti e bandiere dai colori molto molto –aiutatemi a scrivere molto– accesi a girare nei dintorni di Termini e di Piazza Vittorio Emanuele II.

Il Pride non è solo una manifestazione. La prima volta che una persona lgbt partecipa ad un Pride è molto probabile che pianga milioni di lacrime.

L’atmosfera era gioiosa e vivace, leggera, e la gente carica di emozioni positive. Anche senza l’aiuto dei carri che generalmente accompagnano la marcia, la gente si muoveva volentieri.

Alcuni avrebbero potuto iniziare addirittura un business nel dipingere bandiere.

Prima delle 17 a Piazza Vittorio Emanuele c’erano tantissime persone che piano piano si sono radunate dalle 14 in poi, piccoli gruppetti entravano e si sedevano da una parte, aspettando l’ora. Poi qualcuno si alzava, per fare una passeggiata o perché attirato da qualcun altro, e si faceva amicizia o ci si truccava.

I gruppi si univano e rompevano, in una totale tranquillità perchè lì, su quelle aiuole su cui teoricamente non ci si doveva sedere, ci si sentiva a casa. Nessuno aveva pregiudizi o parole scortesi. Sconosciuti si abbracciavano con affetto nemmeno fossero migliori amici.. tutto perché si sentivano liberi.

Nei cancelli di Piazza Vittorio Emanuele, adolescenti e adulti si sentivano a casa, tra persone affini, non si sentivano giudicati e schiacciati da società che solo fingeva di accettarli. Non vi era la paura di dire ‘sono trans’ o ‘sono gay’, i pronomi venivano rispettati, così come i nomi scelti.

 

Questo era uno dei vari slogan che comparivano sui cartelli. Molto popolare, devo dire.

Ovviamente però non mancavano le proteste sull’attualità: mentre la marcia partiva – tantissime persone con una sola destinazione: Piazza della Repubblica– si potevano leggere cartelli, alcuni che criticavano la recente intromissione del Vaticano e incitavano per l’approvazione del DDL Zan. Uno di questi cartelli recitava così:

“Ama il prossimo tuo come te stesso”
(Ma non se è fro**o)

Una freccia –dire frecciatina sarebbe troppo poco– alla Chiesa cattolica: uno dei suoi principi è amare gli altri indistintamente, eppure ciò non si applica alle persone lgbt. – E a tante altre.-

C’erano giornalisti che intervistavano i partecipanti e chiedevano le solite cose: ‘Perché c’è bisogno di così tante etichette?‘, ‘Non va tutto contro l’uguaglianza che volete?‘ ecc ecc.. chi più ne ha, più ne metta. A me sono sembrate cose scontate; ci sono tantissime opinioni su questo, tantissime voci che dicono come la pensano…ma alla fine nessuna riesce a farsi sentire più delle altre.

Chiedere ciò è inutile: le domande non variano e la fine di tutte queste etichette arriverà quando veramente eterosessualità e lgbt saranno allo stesso livello. Ma così ora non è. Ed è anche per questo che ho visto moltissime persone evitare e scappare alla vista dei giornalisti: essere intervistati avrebbe forse risolto qualcosa in quel momento?

Onestamente non so quanto le interviste abbiano funzionato. Le persone hanno portato casse e stereo da cui far suonare a tutto volume le canzoni lgbt durante tutta la marcia del Pride e le voci si sovrapponevano unendosi in un caotico coro. 

La fine dell’evento è arrivato a differenti orari: c’è chi è tornato a casa appena arrivato a Piazza della Repubblica e chi invece ha passato ore ha festeggiare. Dipende tutto dai punti di vista.

Vi lascio con quest’ultima foto. Mancava ancora un’ora e mezza e già c’era tantissima gente.

Written by: Aurora Vendittelli

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