Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “I want to break free” – Queen
Ungheria, 2021. L’associazione Labrisz pubblica un libro di fiabe in cui una cerva vuole diventare un cervo, in cui un principe sposa un altro principe, dove Biancaneve è Foglia Marrone ed ha la carnagione scura. Meseország mindenkié è il titolo originale, Wonderland is for everyone-Il paese delle meraviglie è per tutti–la traduzione. Labrisz è fatta di donne lesbiche, bisessuali, transessuali.È una realtà che vuole cambiare la storia. Ma qualcuno non è d’accordo.
Una illustrazione di Meseország mindenkié
Il governo ungherese ha deciso che questo libro non solo può essere unicamente favola e, perciò, irrealizzabile, ma che promuovesse comportamenti non consoni ai “ruoli di genere tradizionali”. Ha quindi ordinato all’editore di porre un disclaimer, uno scarico di responsabilità. Perché il libro potrebbe deviare i bambini, in generale i consumatori. E in più ha anche suggerito l’estensione di questa dichiarazione di non responsabilità a tutte le produzioni con contenuti simili.
Non sono nuove azioni del genere dopo l’insediamento del primo ministro Viktor Orbán, leader della destra ungherese. Da sempre contro il mondo omosessuale, transessuale e transgender, aveva già preso provvedimenti per impedire matrimoni e adozioni alle coppie dello stesso genere e per togliere la possibilità a tutti i cittadini di cambiare sesso. Leggi dure, contro la libertà -che perdono vagamente credibilità pensando allo scandalo legato al nome di József Szajer. Dichiarazioni di guerra, di tolleranza zero verso il mondo gay.
Una illustrazione di Meseország mindenkié
Labrisz, però, non si è arreso. Ha risposto all’affronto e porterà la faccenda in tribunale, perché nulla passi inosservato, perché quel disclaimer è “discriminatorio e anticostituzionale”. Ma, soprattutto, perché un libro, tutti i libri, le fiabe, accompagnano i bambini nella scoperta del mondo. I bambini devono saper riconoscere la realtà che hanno intorno. È fondamentale che, fin da piccoli, si abbia un’educazione al diverso…che, poi, tanto diverso non è. Le favole raccontano storie di disabili, di Rom, di ciò che ogni bambino deve essere in grado di riconoscere e conoscere. Per far sì che non ci sia più un diverso. Perché il mondo sia il paese delle meraviglie che tutti ci meritiamo.
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