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Cultura

Tutti i colori: la lingua dei segni

today24 Maggio 2021

Background
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‎Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Read My Minds” – The Killers

Giusto la scorsa settimana ho scritto un articolo sulla lingua italiana e beh, direi che il mio tempismo è perfetto.

Perché?

Voi sapete cos’è la Lis?

Questo strano- per molti– acronimo è la lingua dei segni italiana, che si divide in Lis e List, ovvero quella scritta.

La lingua non parlata è antica tanto quanto quella parlata. Sono infatti nate e sviluppate in contemporanea.

Ogni nazione ha sviluppato la propria lingua dei segni, legata alla propria cultura e alle proprie traduzioni.

Ma quindi le comunità sorde di due nazioni differenti non hanno modo di comunicare tra loro?

Errato. Esiste infatti una lingua dei segni internazionale.

Molti di voi potrebbero avere dei dubbi nel definirla una lingua vera e propria, ma lo è a tutti gli effetti: ha forme sintattiche, morfologiche, regole grammaticali e lessicali.

Perchè ne sto scrivendo?

Perché pochi giorni fa, per la precisione il 19 maggio,  la Repubblica ha riconosciuto la Lis e la List come lingue italiane ufficiali nell’articolo 34-ter.

A questa notizia Giuseppe Petrucci, presidente dell’Ens qualsiasi sigla stiate pensando è sbagliata. L’acronimo sta per Ente nazionale sordi-, ha dichiarato:

“Ora, aggiunge, bisogna plasmare un sistema attorno a questo riconoscimento porre regole chiare per i corsi Lis per garantire assistenti alla comunicazione e interpreti sempre più preparati e con una formazione uniforme su tutto il territorio nazionale, vanno standardizzati i servizi, bisogna internalizzare gli assistenti alla comunicazione che fanno parte, di fatto, del “sistema scuola” ma non ne sono parte integrante. Quello di ieri è stato un nuovo inizio non la fine. “

Speriamo quindi che vengano quindi presi provvedimenti per ampliare e rendere più diffuso il mondo della comunicazione non verbale.

“Non sentire è una condizione seria, ma dipende da noi trasformare una mancanza in qualcosa che ti identifica e insieme ti stimola a compensare questa carenza, e a valorizzare aspetti di te che forse nemmeno sapevi di avere. La cosa importante è avere la forza di pretendere dagli altri il rispetto della nostra identità. La perfezione è statica, l’imperfezione ti costringe a cercare la tua unica “perfezione”.”
(Sara Giada Gerini, Facciamoci sentire)

Written by: Aurora Vendittelli

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