Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Fighter – Christina Aguilera”
Il mondo dello sport è incredibilmente complesso e sfaccettato, ma le discriminazioni non mancano, questo lo sappiamo tutti.
Come però ci è stato insegnato molto tempo fa e, come tendiamo spesso a dimenticare, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio.
Per cui oggi voglio portarvi in un piccolo angolo di universo, con il fondamentale aiuto di Alessia Muroni, ragazza brillante e atleta italiana che a soli 21 anni si è classificata al terzo posto nei mondiali di kickboxing.
Entriamo in un mondo
Vedete, il mondo dello sport si divide in tanti piccoli universi dove il clima e gli atteggiamenti cambiano di volta in volta, ma in quello del combattimento (femminile) c’è un aspetto su cui mi voglio soffermare:
la poca discriminazione.
Le atlete di sport di combattimento ricevono spesso frasi derisorie, poiché praticano un’attività “maschile“ e quindi sono soggette ai classici stereotipi talmente “vecchio stile” e poco originali che sorprende persistano ancora. Ma ricevono tali commenti solo da chi è esterno a questo mondo.
All’interno invece vi è una grande solidarietà e amicizia tra gli atleti – del resto è risaputo che lo sport è una delle cose che unisce il mondo (ricordarsi le partite di calcio a Natale tra i soldati della II Guerra Mondiale) -.
“Anche tra gli atleti di varie nazioni non si vedono differenze, si sta insieme e ci si diverte e spesso tifiamo l’uno per l’altra indipendentemente dalla nazionale. A proposito della nazionale: gli atleti hanno due magliette della nazionale, e spesso ce le scambiamo come ricordo.”
Mi racconta la stessa Alessia quando mi parla del periodo mentre gareggiava ai nazionali.
Uno zoom in Italia
In molti paesi il combattimento femminile non ha avuto successo come sport. Qui in Italia si può dire facilmente che lo sport femminile in generale non ha avuto molto successo e/o seguito.
In ogni caso con gli stereotipi e la violenza di genere che cresce sempre di più – tanto che ormai la percentuale di donne che hanno subito violenze anche solo verbali è del 97%- la popolarità di ragazze e donne che si iscrivono a sport di combattimento è elevata, poiché si sente la necessità di potersi difendere.
Questo aumenta anche la sicurezza del così detto – erroneamente– “sesso debole”. Con il passare del tempo si inizierà a combattere con ancora più fermezza gli stereotipi di genere che ancora oggi gravano sulle donne.
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