Soundtrack da ascoltare durante la lettura “Cocaine” – Eric Clapton
J.J Cale era un cantautore schivo e riservato. Non amava le luci della ribalta, ma preferiva che le canzoni parlassero al posto suo. Nato il 5 dicembre del 38, non sorprende che davvero poche persone lo conoscano.
Eppure è considerato da giganti del Rock come Mark Knopfler e Neil Young come uno degli artisti più importanti della storia del genere.
Eric Clapton nel 70 aveva pubblicato nel suo album di debutto una cover di After Midnight. Decise di sfruttare l’occasione per pubblicare il suo primo disco, Naturally. Il suo approccio alla chitarra è minimale ma “molto fine”, come dichiarò Eric Clapton. Un misto di blues, folk e jazz, con un groove che si prende il suo spazio nelle canzoni. Senza fretta.
La vita di J.J Cale è stata avvolta nel mito dagli anni 70 fino alla sua morte: alcune voci all’epoca dicevano che viveva in un furgoncino Volkswagen. Negli 80 si trasferì in California e divenne un recluso: senza telefono passava le giornate a tosare l’erba e ad ascoltare i Van Halen e il rap.
Eppure tutti i musicisti parlavano di lui con grande riverenza: aspettavano la sua musica, mai annunciata, per poi parlarne per mesi. Clapton credeva fosse un personaggio inaccessibile, quindi aveva sempre cercato di mantenerne le distanze.
L’ammirazione che Slowhand provava per Cale era tale che appena un anno dopo la pubblicazione di Cocaine decise di farne un arrangiamento tutto suo. Il brano originariamente era contenuto nel disco Trobadour del cantante di Oklahoma. Era una semplice b-side che avrebbe fatto la storia tra le mani di un’altra persona. Eppure l’idea principale era di Cale, che quando la scrisse aveva in mente un brano jazz: è indubbio che Slowhand con la sua tecnica magistrale non aveva fatto altro che elevarla. Molti dei lavori di Clapton saranno in onore del cantante sconosciuto più conosciuto del rock, tra cui un album del 2013 The Breeze, an appreciation of J.J Cale.
Non solo Clapton, anche i Lynyrd Skynyrd fecero una cover di un suo brano, Call me the Breeze. Diventò uno dei singoli più famosi del gruppo. I guadagni dai diritti permisero a Cale di vivere una vita tranquilla e di pubblicare album senza preoccuparsi di raggiungere il successo. Lo avrebbero fatto altri per lui.
La grande abilità di Cale era quella di scomparire nelle canzoni. Riusciva a non farsi sopraffare dall’industria musicale ed è per questo che non divenne mai famoso. Nessun colpo di sfortuna, nessun imprevisto: aveva esattamente il successo che voleva. Le sue canzoni le cantano tutti. Anche se non conoscono chi c’è dietro.
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