È passato un anno da quando all’Eredità, un quiz a premi preserale, era seduto Paolo Storchi, archeologo 33enne che, dopo tre serate di programma, vinse 10mila euro con i quali disse di voler “far tornare alla luce Tannetum, un centro di origini galliche risalente al 280 a.C”.
Ed ora, a pochi mesi dal rinvenimento proprio di quella città greca, pare che Paolo abbia fatto la scoperta più importante della sua carriera, che verrà presto annunciata sull’Annuario della Scuola Archeologica Italiana di Atene: il ritrovamento di Pella, la città greca dove, nel 356 a.C, nacque Alessandro Magno. Proprio qui, nel teatro della città seppellito da secoli, nella collina vicino al palazzo reale, pare che Euripide, uno tra i più importanti tragediografi greci, autore, ad esempio, di Andromaca e Medea, abbia messo in scena la sua ultima tragedia.
È un ritrovamento molto importante, perché per molti secoli si è pensato che questo teatro neanche esistesse, poi tra il 1700 e il 1800 coloro che viaggiavano in Grecia per il Grand Tour, ai fini di ricevere una educazione completa, andavano a Pella e lo cercavano, certi che una città di quel tipo dovesse per forza averlo. Ma non hanno mai trovato nulla, semplicemente perché guardavano nel posto sbagliato: a differenza di tutte le altre città dell’epoca, a Pella il teatro non si trova sulla stessa collina del palazzo reale, ma su quella accanto.
Paolo Storchi
L’aiuto della tecnologia
Per la scoperta il giovane archeologo, che non si è mai arreso nonostante secoli di ricerche andate a vuoto, si è avvalso di fonti classiche ma anche di tecnologie moderne.
Non disponendo di grandi attrezzature, uso spesso Google Earth e Bing. Con le fotografie aeree e le immagini satellitari riesco a monitorare le zone che mi interessano e a vedere, grazie alla funzione “cronologia”, le aree in diversi momenti: per esempio, da alcune fotografie che avevo trovato non sembrava ci fosse un teatro sulla collina, mentre molte altre dimostravano che c’era, quindi le ho dovute mettere a confronto.
Paolo Storchi
Per verificare la sua scoperta, Paolo si è recato direttamente sul posto, ed ha anche affermato che, nonostante sia ancora sotto terra, è rimasta la struttura visibile ad occhio nudo. L’archeologo continua dicendo che vorrebbe effettuare degli scavi con l’aiuto delle autorità greche per far emergere il teatro, che, secondo le stime, dovrebbe avere una lunghezza di 120 metri ed una profondità di 31 metri.
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