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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Rockin’ in the free world” – Neil Young
Nel giorno del suo compleanno omaggiamo uno straordinario cantautore e chitarrista canadese che ha fatto davvero la differenza scavalcando gli anni anni. Neil Young.
Ha debuttato giovanissimo con la storica formazione dei Buffalo Springfield e ha raggiunto il successo nel supergruppo Crosby, Stills, Nash & Young, Neil. Ma, qualsiasi cosa abbia toccato, dagli anni settanta in poi, ha fatto epoca. Per il carisma, per aver rielaborato completamente la figura del songwritwer. Quell’aria tormentata, inquieta, il suo atteggiamento solitario, scostante ha dato l’impronta perfetta alle sue creazioni che scorrevano con disinvoltura fra le tinte delicate e quiete delle sue storiche ballate acustiche e quelle più scure e brutali delle sue cavalcate Rock.
Di etichette ne ha attirate tante su di sé, ma, probabilmente, un personaggio atipico come lui sarebbe più contento di starsene fuori da ogni definizione, lontano da ogni classificazione. Per esempio l’approccio ai suoi dischi e ai concerti stessi era spesso volutamente “grezzo”, ruvido, pungente. E questo portò molti a considerarlo come un precursore del punk. Invece la passione primitiva, viscerale che riversava nelle sue performance ha spinto critica, appassionati e musicisti ad acclamarlo negli anni ’90 come il vero padrino del grunge.
Di fatto, qualsiasi designazione gli si voglia dare, resta il fatto che Neil Young è stato determinante per l’evoluzione di generi come l’alternative country e l’alternative rock in generale. Mescolanze dal carattere country, sporche, malinconiche, in controtendenza con l’immagine tipica della rockstar.
Qualsiasi origine abbia la sua musica, al di là di qualsiasi ispirazione e contaminazione lo abbia toccato, lo ricordiamo come “uno che ha stile”, ma uno stile tutto suo. Mica uno qualunque! Se lo è creato nel tempo sulla base di tratti inconfondibili e spesso in contro tendenza col resto del mondo: la voce acuta e nasale, la chitarra “sporca” e cacofonica, i testi introspettivi e nostalgici. Ha fatto storia la sua Trilogia del dolore culminata nell’album Tonight’s the Night. Disco considerato da molti come il primo concept album della storia del rock a misurarsi con temi quali il dolore e la perdita. E vogliamo parlare dell’immancabile camicia di flanella, divenuta negli anni un autentico status symbol alternativo?
Tutti elementi che si discostavano terribilmente da ciò che succedeva nel resto del mondo in quegli anni. E forse, proprio per questo, ha impresso il suo sigillo scrivendo e cantando emozioni che, nessuno come lui, ha saputo toccare. Con onestà, con lealtà e senza troppi giri di parole e orpelli inutili.
Buon compleanno, caro, vecchio Neil!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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