Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Kashmir”- Led Zeppelin
La musica è una gabbia d’oro dove poter conservare il ricordo vivido del posto che lo ha ispirato.
Faremo un viaggio insolito, nei luoghi indimenticabili della musica: passando nel deserto in Marocco, volando sulle strade notturne di Berlino, per poi vivere il cuore della cultura in Africa. Toccheremo insieme queste località, che hanno dato ispirazione ai grandi big della storia per creare capolavori indimenticabili.
..E la sabbia che gira intorno ti troverà. Stiamo andando nel Kashmir
L’aria del Marocco è impossibile non assaporarla, fatevi trasportare dalla Gibson Les Paul di Jimmy Page, totalmente influenzata dalla musica araba. L’esperienza del deserto vissuta da Robert Plant, si trasforma da viaggio fisico ad avventura mistica. Immagina di aver viaggiato “nel tempo e nello spazio” per essere arrivato in posti così lontani dalle città occidentali da sembrare alieni, desolati e fantastici.
“Come on, let me take you there…let me take you there”
Plant vuole coinvolgerci a tutti i costi, perché il deserto ha creato un estasi dentro di lui. Un effetto ipnotico che vuole proiettare verso di noi. Sapete perché? Il deserto nasconde misteri profondi, tanto che Robert Plant canta di aver parlato con dei vecchi saggi dalla voce melodiosa, a conoscenza di segreti inconfessabili. A tal punto che loro stessi aspettano notte e giorno questo “qualcosa” che deve rivelarsi.
Chissà se arriverà mai.. Nel frattempo, facciamoci spostare dal vento del Kashmir, fino a Berlino.
Quell’iconico e infinito “la la la la la la la la” racchiude il viaggio della leggerezza fra l’Iguana Iggy Pop e il Duca Bianco del Glam Rock. A raccontare tutto è il ritornello. Una storia che racchiude un percorso sulla linea S-Bahn di Berlino. Non solo un viaggio, quel testo racconta avventure ad oltranza, in quella macchina guidata da David Bowie.
“Viaggio lungo i lati bui della città. Vedo le stelle venir fuori stanotte .Vedo il cielo luminoso e incavato lungo i lati bui strappati della città. E tutto va bene stanotte, mentre cantiamo la la la la la.. la la la.”
E’ una notte vastissima, vista da dietro il vetro del treno. Come i suoi randagi ed esplosivi eccessi. La sua nomade libertà, intrisa di sentimenti urlati in musica. Quelli di Iggy Pop che vive la notte smarrendosi nei bassifondi di Berlino, non perdendo mai la speranza nella musica.
Siamo giunti all’ultima tappa, nel cuore dell’Africa. Cosa vi fa pensare?
I Toto ci fanno assaporare dalla prima parola all’ultima: l’Africa, in tutta la sua bella povertà, ma profonda ricchezza. Paradossalmente David Paich, tastierista dei Toto, non è mai stato in Africa, prima di aver scritto questo capolavoro.
“Dave, amico mio… Africa? Siamo nel Nord di Hollywood. Di che cosa stai scrivendo? Benedico le pioggie in Africa.. Sei Gesù, Dave?”
Queste sono le parole di Steve Lukather, chitarrista dei Toto, che rimane scettico riguardo il testo della canzone, ma promette che, se la canzone avrà successo, non farà altro che correre nudo lungo Hollywood Boulevard.
E il resto è storia nota, perché sappiamo già com’è andata a finire.
Eppure a Paich non serve aver toccato con mano il caldo dell’Africa, non per presunzione, ma perché fin da bambino aveva assimilato la cultura africana. E, in questi casi, non c’è ragione logica che tenga. Perché, quando sentiamo nel palmo della mano e nelle vene un posto o una persona, inizia un’infinita storia d’amore. Così come accade a Paich con l’Africa.
“Mi raccontavano come avessero benedetto gli abitanti del villaggio, le loro bibbie, i loro raccolti, e quando pioveva avrebbero benedetto la pioggia. Ecco da dove deriva la frase <<benedico le piogge d’Africa.>> Così ho scritto di una persona che vola per incontrare un missionario solitario. E’ una storia d’amore romantica con l’Africa, proprio come l’avevo immaginata.”
Ed è proprio così, perché la musica è una storia d’amore.
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: "Who are you?" - The Who Chitarre distrutte o incendiate sul palco, folla impazzita che fa il classico segno delle corna con la mano: questi sono i gesti intramontabili e indimenticabili del rock. Sappiamo che episodi simili sono successi, fanno parte del nostro immaginario comune del rock, ma spesso non sappiamo il perché. Il fil rouge di oggi a voicebookradio.com è la parola indimenticabile. Il […]
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