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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Aggiungi un posto a tavola” – Armando Trovajoli
“C’era una volta, anzi c’è o meglio ancora ci potrebbe essere, un piccolo paese di montagna, che sta qui sta li sta dovunque piaccia a chi sta ascoltando, il paese che io da quassù ho scelto per questa favola”.
In scena al Teatro Brancaccio di Roma, il musical italiano più longevo della storia del nostro teatro, Aggiungi un posto a tavola, oramai diventato un cult.
La commedia musicale di Garinei e Giovannini liberamente ispirata a After me the deluge di David Forrest, scritta da Jaja Fiastri, con le musiche di Armando Trovajoli.
Sul palco un cast per la maggior parte rodato, a partire dal protagonista Gianluca Guidi nei panni di Don Silvestro, Marco Simeoli in quello del sindaco Crispino, e poi Renato Crudo, Camilla Nigro, Francesca Nunzi, e la partecipazione straordinaria di Lorenza Mario nel ruolo di Consolazione. Ma resta particolarmente emozionante La Voce di Lassù di Enzo Garinei, che tiene ancora più vivo questo musical, nel ricordo e lavoro dei grandi artisti che lo hanno scritto, diretto, interpretato.
Perché a distanza di anni il pubblico continua ad andare a teatro a vedere questo musical? Porta bambini, amici, o si risiede sulle poltrone ancora una volta, forse la seconda, terza, chi invece per la decima, per rivivere le stesse emozioni?
Indubbiamente c’è l’amore per questo spettacolo, come quello per quel film che portiamo nel cuore e che almeno una volta l’anno rivediamo con la stessa attenzione, ansia, affetto, ricordando ogni battuta. Questo è il sentimento che ci riporta a teatro a rivederlo, certi di seguirlo ogni volta con la dovuta attenzione. È passione per i personaggi a cui ci siamo affezionati e che non siamo mai stanchi di ascoltare.
Lo stesso Enzo Garinei, in conferenza stampa, ci fa riflettere sul musical affermando che:
“Aggiungi un posto a tavola è uno spettacolo di tutti, bambini, grandi, vecchi. È impossibile non andarlo a vedere, continuerà sempre. Vi invito a venire a teatro tutti. Riempite i teatri. Il teatro è la nostra vita, ma anche la vostra. Non si può stare senza un teatro e senza un palcoscenico con dei signori che ballano, che cantano, che recitano per voi”.
La favola nella commedia musicale
Nel pensiero di Garinei c’è l’essenza del successo di una commedia che racconta una favola e parla di accoglienza, amicizia, sacrificio, collaborazione, amore. Tutto accade in un paese che non è geograficamente collocato. Può essere qualunque paese: quello che ci ha visti nascere e crescere, quello che ci ha visti lavorare, impegnarci, studiare, quello che rappresenta la nostra scelta di vita. Ogni mondo è paese e ogni paese è quello giusto per poter raccontare questa storia, perché, a guardarci dentro, siamo noi il paese. Le nostre azioni, i nostri modi di essere, le nostre personalità si rispecchiano in quelle dei protagonisti e noi ci ritroviamo in un’ambientazione che sembra quella di casa nostra.
Per questo poi diventa facile aprire le porte del nostro cuore agli altri e farli entrare nel nostro quotidiano non solo per un rinnovato senso di accoglienza e apertura al prossimo, ma piuttosto per un senso di condivisione. Saranno la musica e il testo delle canzoni che si ricordano, i colori dei costumi così vivaci e allegri, la bravura degli artisti, scelti con cura per portare avanti lo spettacolo. Anni in cui la favola ci ha permesso di restare un po’ bambini, di guardare al futuro o al passato con un misto di speranza e malinconia, sperimentando la voglia di bontà.
Oggi, forse, in un momento in cui l’Europa sente soffiare vicino il vento della guerra, appannata dalla pandemia di Covid-19 che non accenna a placarsi, il pubblico sente vivo il desiderio di allontanarsi, anche per poco, dai tanti pensieri e lasciarsi andare alla favola dove la bontà, la positività e il buonumore possano migliorare la nostra vita e quella delle persone che ci stanno accanto.
Perché, per essere felici, basta aggiungere un posto a tavola, dividere il companatico e aprirsi all’allegria.
Written by: Teresa Corrado
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