I versi gentili di Franco Arminio
Franco Arminio è un poeta, uno scrittore e un regista contemporaneo. Continuamente, attraverso Facebook e Instagram condivide la poesia che canta la bellezza delle piccole cose di ogni giorno
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “I go insane” – Tony Iommi e Glenn Hughes
Nell’immenso panorama Rock c’è un personaggio straordinario, per virtuosismo e carattere, per coraggio e professionalità ed è considerato uno dei protagonisti assoluti di tutti i tempi delle sei corde. Il suo nome è Tony Iommi ed ha origini italiane.
Frank Anthony Iommi nasce a Birmingham da padre brasiliano, da nonni originari di Frosinone e madre siciliana. A scuola era compagno di John Michael Osbourne, che era solito vessare con nomignoli ed insulti.
Ozzy fu il soprannome che inventò per lui perché era balbuziente. Ma non è tutto perchè infatti lo costrigeva a pagare piccole somme per proteggerlo da altri compagni strafottenti. Uno strano modo per diventare amici, non c’è che dire.
Ma anche Tony non ebbe vita facile da bambino perchè subì lui stesso le angherie degli altri ragazzi. Il motivo fu che a 9 anni cadde e si spaccò il labbro perché inseguito da un compagno e, a causa di ciò, gli venne affibiato l’appellativo di Scarface -Sfregiato-. Non accettò mai del tutto questa cicatrice, anzi ne divenne ossessionato al punto che si fece crescere i baffi per tentare di coprirla. Baffi che poi hanno caratterizzato la sua immagine di lì in avanti. Per difendersi dai bulli iniziò a praticare anche Judo, Karate e Boxe, ma nel suo cuore già covava il grande amore per la musica.
Ammirava molto Hank Marvin degli Shadows e fin da bambino manifestò notevoli capacità ritmiche infatti iniziò a suonare la batteria per poi passare al suo vero, grande amore, la chitarra. E cominciò strimpellando jazz e blues fino a che nel ’68 fu scelto come temporaneo rimpiazzo nei Jethro Tull. Un’opportunità incredibile in virtù del gran valore della band in questione e di cui lui era entusiasta. Ma la sorte decise che non era quello il suo momento.
Lavorava in una fabbrica di lamiere e, durante il suo ultimo turno, una pressa gli amputò le falangi superiori del medio e dell’anulare della mano destra. Tony è mancino e con le dita della mano destra preme le corde per suonare, quindi fu un colpo all’animo devastante per lui che sognava di realizzarsi come musicista. Fu un mese assurdo quello trascorso in ospedale. Sperava che le falangi gli venissero riattaccate e potesse recuperare l’uso della mano, ma tutti i tentavi si rivelarono vani.
Tony dovette guardare in faccia una realtà che mai avrebbe voluto e di certo non aveva in mente di arrendersi. Tentò di imparare a suonare la chitarra con l’altra mano, ma fu inutile. Una forte depressione lo attendeva dietro l’angolo e arrivò alla consapevolezza di dover mollare e, quindi, alla dolorosa decisione di abbandonare la musica.
Decisione che lo rese vuoto, disperato, morto dentro.
Eppure, con un ultimo sussulto coraggioso, decise che avrebbe trovato il modo di farcela. Lo aiutò il suo caporeparto in fabbrica che gli aprì un universo nuovo facendogli ascoltare Django Reinhardt, famoso chitarrista belga che aveva perso quasi completamente l’uso della mano sinistra a causa di un incidente. Questa cosa sconvolse Tony, ne fu impressionato, quasi non poteva crederci. E fu una sorta di crocevia che gli cambiò le prospettive e la vita.
Si creò da solo delle protesi sagomando la plastica di alcuni tappi di flaconi di detersivo liquido e, per suonare meglio decise di usare il low tuning, cioè una accordatura di chitarra più bassa di un semitono rispetto alla normalità, così che le corde fossero più morbide. Questo influiva pesantemente sul risultato finale del timbro, cambiandone il rapporto con gli armonici, ma soprattutto sottolineando ancora di più l’aspetto “grave” che divenne cupo, nel caso di Iommi, in maniera più appropriata “tetro”.
L’aspetto “tombale” del sound di Iommi ne caratterizza tutta la carriera, anche se ben lontano dal Satanismo delle band di metà anni ’80. In realtà tutte queste cose, che sembravano paletti di impedimento, finirono per rendere unico il suo suono.
La sua chitarra, inoltre, già di per sè aveva un timbro abbastanza scuro, si tratta di una Gibson SG che nel tempo modificherà nel suo modello signature sulle sue specificità, fino alla versione Black a 24 tasti con pickup signature, molto più potenti degli originali SG.
La prima chitarra suonata da Tony Iommi fu però una Fender Stratocaster. Il chitarrista la modificava continuamente, inserendo delle lamine metalliche che amplificassero il suono. In questo modo, la chitarra si adattava al tipo di musica dello stesso Iommi. Successivamente, quando i Black Sabbath stavano registrando l’omonimo album, uno dei pick-up si ruppe. Il chitarrista sostituì la sua Fender con la famosa Gibson SG, che da allora divenne il suo marchio di fabbrica.
Così Tony, sfruttando il suo incidente e ciò che ne conseguì, creò qualcosa di innovativo, catartico e immenso. E fece da apripista, con Jimmy Page dei Led Zeppelin e Ritchie Blackmore dei Deep Purple, a quella realtà massiccia e poderosa che diventerà famosa come Hard Rock ed Heavy Metal. Distorsioni lancinanti, riff impetuosi e imponenti, prestazioni titaniche lo incideranno a fuoco nella storia.
Nel ’66 rispose, con il compagno di scuola Bill Ward, ad un annuncio trovato in un negozio di dischi. Un cantante cercava una band, ma non avrebbe mai potuto immaginare che quel cantante potesse essere proprio Ozzy.
Decisero insieme di formare il gruppo. Ozzy portò con sè il suo chitarrista Terence “Geezer” Butler, che fu spostato al basso e divenne un virtuoso mostruosamente capace, quasi ipnotizzante. Non erano certo in grado di comprendere che, di lì a poco, avrebbero dato vita alla leggenda.
Furono vari i nomi che il gruppo cambiò, fino ad approdare a quello definitivo dei BLACK SABBATH.
Il gruppo fece storia imponendosi nel panorama mondiale con suoni oscuri e pesanti, coi continui riferimenti a demoni e occulto e arrivò, con la prepotenza di uno schiaffo, la celebrità. Ma arrivò anche parecchia disapprovazione perchè vennero accusati addirittura di satanismo. Infatti, proprio nella canzone Black Sabbath Tony usa la Triade del Diavolo, un tritono fortemente dissonante e disorientante conosciuto nel Medioevo come diabolus in musica.
Ma i Black Sabbath cantarono anche la difficoltà di vivere, l’alienazione, la paura della guerra nucleare e l’ingiustizia generale di tutte le guerre. E soprattutto la loro esortazione maggiore fu nei riguardi dei giovani affinchè si impegnassero a cambiare il mondo. I temi pacifisti ed antimilitaristi ricorrono spesso e rendono alcuni loro brani delle vere e proprie poesie contemporanee.
Tony, però, dato il suo immenso talento, ha collaborato con molti altri grandi artisti della scena internazionale, da Ronnie James Dio a Ian Gillan, da Cozy Powell ai Queen, da James Hetfield -da lui considerato suo erede- a Ritchie Blackmore, Bruce Dickinson e Glenn Hughes con cui ha inciso un album straordinario in cui le sonorità della sua chitarra si fondono alla perfezione con la voce possente di Hughes.
Tony è stato senza dubbio pioniere dell’Heavy Metal, un vero e proprio faro per tutti i musicisti a seguire, ma non solo. Lui è un esempio di determinazione incredibile perchè ha saputo correre dietro ai suoi sogni con insistenza e caparbietà senza mai mollare davvero. E ad oggi si staglia netto fra i più grandi chitarristi di tutti i tempi.
Written by: Valentina Proietto Scipioni
Franco Arminio è un poeta, uno scrittore e un regista contemporaneo. Continuamente, attraverso Facebook e Instagram condivide la poesia che canta la bellezza delle piccole cose di ogni giorno
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