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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Renegades” – X Ambassadors
Se ci fosse data una sola frase per descrivere questo libro, useremmo quella tratta dalla soundtrack consigliata, in onore del breve ma intenso amore tra i due protagonisti:
“Scappa con me, anime perse in un sogno: correndo liberi, come pazzi, due bambini, io e te” -Renegades, X Ambassador
Ma niente di quello che possiamo dire sarà mai bello, poetico, filosofico o profondo quanto due delle citazioni virali de “La Tempesta”. Come confermato in diretta Instagram YCBook, girano ovunque sul web, ma in pochi sarebbero in grado di ricondurle a questo libro. Ecco un viaggio nel testo più celebre e allo stesso tempo sconosciuto di Shakespeare, attraverso le sue citazioni immortali. Preparatevi alla tempesta: niente è mai come sembra.
Un artista non copia mai: ruba. E di ladri d’arte shakespeariana ce ne sono moltissimi. In film, serie TV o addirittura altri libri, hanno tutti interpretato la frase “l’inferno è vuoto, tutti i diavoli sono qui” in senso profondamente filosofico. Anche noi, d’altro canto, credevamo che il libro avrebbe atteso ogni nostra aspettativa di discorso sui massimi sistemi, ma, di fatto, non è esattamente andata così. Secondo l’opinione più diffusa, Shakespeare intendeva dire che i veri mostri spaventosi vivono sulla Terra e si nascondono sotto mentite spoglie: spesso ci si accorge troppo tardi che sono dei demoni.
Ma un libro, con questo titolo, non poteva certo iniziare senza un ostacolo. Prospero, duca di Milano e potente stregone, incarica il suo scagnozzo, Ariel, di far naufragare, con ogni mezzo, una nave: quella su cui sta viaggiando il re di Napoli con suo figlio, Ferdinando. Se la nave fosse riuscita a naufragare e il piano di Prospero fosse andato a buon fine, Ferdinando avrebbe sposato Miranda, sua figlia. Ed è in questo frangente che uno dei marinai, descritto con i capelli dritti, come stecchi, grida:
“L’inferno è vuoto tutti i diavoli sono qui!” – un marinaio sulla nave di Alonso
Decontestualizzato: nessun discorso filosofico, solo un marinaio poeta in preda al panico.
Ironia della sorte, Ferdinando finisce per innamorarsi di Miranda senza l’influenza di Prospero. Le chiede di sposarlo ma, nel mentre, sente l’esigenza di parlare con il futuro suocero, che si stava divertendo in modo esagerato con la magia e, forse, avrebbe dovuto smetterla con scherzi e dispetti.
Anche in questo caso, una frase del calibro di “siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e la nostra piccola vita è circondata da un sonno” non poteva essere interpretata in alcun modo se non come un carpe diem all’inglese. La vita è breve, niente di noi rimane sulla Terra: viviamo come meglio crediamo quello che all’universo appare come un battito di ciglia. Ma Prospero pronuncia quella frase per rispondere alle preoccupazioni dei suoi cari.
“Figliolo mio, hai l’aria stravolta, sii sereno: il nostro spettacolo è finito”. -Prospero
Alla fine non rimane niente, lo spettacolo finisce: lasciatemi divertire come se non ci fosse un domani e non preoccupatevi di me. Incredibile ma vero, il sommo poeta inglese non ha mai inteso altro se non questo. C’è da tenere in considerazione che “La Tempesta” è stato l’ultimo suo romanzo prima di ritirarsi definitivamente dalle scene. Cercava qualcuno di stanco, come lui, attraverso cui far trasparire il suo addio al pubblico. E Prospero, deluso dal suo mostro traditore, decide di perdonare e abbandonare ogni battaglia.
Scritto da: Martina Alfonsi e Alice Franceschi
Written by: Alice Franceschi
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