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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Bad Romance” – Lady Gaga
Con l’età moderna sono arrivati enormi problemi, ma anche tante consapevolezze come quella, ad esempio, di non essere costretti a vivere una relazione che semplicemente non funziona: se il titolo originale del romanzo di Manzoni fosse stato quello sopra, ci saremmo risparmiati tanti odiati capitoli. Perché I promessi sposi non si scordano mai, se li ricordano i genitori, i nonni ed ogni antenato mai esistito dal 1870 ad oggi. Ma nessuno, di solito, lo fa con gioia: ebbene, siamo riusciti a trovare l’eccezione.
La tradizione è sicuramente romantica. In fondo, la lingua de I promessi sposi è quella dell’Unità d’Italia e ci unisce ai primissimi italiani – perché l’Italia, prima, non c’era – , ma la trama che fa da cornice al patriottismo è assurdamente complicata.
Niente sembra essere facile, con Manzoni: i nomi sono parlanti, i gesti sono parlanti, i fatti storici realmente accaduti e quindi fondamentali, ma attenzione a distinguerli dalla finzione. Per non parlare della matrice ipercattolica: ormai, siamo troppo cinici per la Provvidenza. Pensi di aver definitivamente lavato tutti i panni in Arno quando te lo ritrovi, con tua grande frustrazione, nel programma d’esame del quinto. Chi l’ha letto per la prima volta di recente, però, tende a prenderla con più filosofia.
Il fatto di non essere costretti a discuterne davanti alla prima commissione mista dopo il covid sicuramente gioca a favore degli studenti più piccoli, perché il romanzo italiano per eccellenza viene percepito da alcuni ragazzi di terzo come “moderno”, “piacevole” e “scorrevole”.
“Lo trovo moderno perché i personaggi mi ricordano persone che conosco. Tipo: Don Abbondio. Quante persone conosciamo che sono vigliacche come lui?”
-Laura, 3D
È indubbiamente il personaggio più odiato da tutti, se avesse mosso un solo muscolo in più non saremmo qui a discuterne. Però, gli si deve riconoscere il merito di riuscire ad integrarsi in qualsiasi società e a noi, la vergogna di avere così tanti Don Abbondio in giro.
Finché si tratta dei singoli personaggi, posso capire. Ma “piacevole” e “scorrevole”?
“Mi è piaciuto leggerlo. L’ho trovato un po’ complicato, questo è vero, ma leggendolo da sola l’ho apprezzato”.
-Morgana, 3E
Commento sicuramente inaspettato: leggerlo è forse la parte più difficile. Certo, il libro è comprensibile, ma si tratta pur sempre dell’italiano di circa 200 anni fa, bisogna metterci un po’ più di testa rispetto ad un testo moderno. Sicuramente, non lo leggerei così, distrattamente, prima di andare a dormire, ma mi viene proposta la soluzione:
“Se lo leggi da sola, diventa più difficile, perché non riesci a dargli la giusta intonazione. Io ho usato l’audiolibro invece, molto meglio.”
-Benedetta, 3G
ci dice Benedetta, davanti una folla di diciottenni sbigottiti: in terzo, avremmo preferito ascoltare forchette stridere sui piatti per ore.Una cosa è certa: sono 153 anni che siamo obbligati a leggerlo. Anche chi non ne vede il motivo deve imparare a farsene una ragione: meglio prima che poi.
Scritto da: Alice Franceschi
Written by: Aurora Vendittelli
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