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Viaggiare è un’esperienza soggettiva, fatta di nuove scoperte ma anche di tradizioni: cosa portarsi, quanto camminare, quanto sedersi a mangiare piuttosto che prendere un panino, dipende tutto da strategie che si acquisiscono con il tempo. Ma c’è una tradizione costante nei viaggiatori di tutto il mondo: la guida cartacea scarabocchiata e sottolineata, spesso bistrattata, dentro lo zaino. Stella polare, bussola astrale, faro del nostro cammino. Cosa succede quando anche lei prende delle cantonate?
O meglio: magari la guida descrive degli scenari incredibili alla Avatar, ma davanti a noi si estende una piccola aiuola malconcia. Ed è subito sindrome di Parigi.
Con “Sindrome di Parigi” si intende un disturbo abbastanza specifico: molti turisti giapponesi, in visita nella capitale francese, sono soggetti a giramenti di testa, svenimento e allucinazioni. Secondo il medico che per primo ha riconosciuto la sindrome, Hiroaki Ota, tra i suoi fattori scatenanti c’è l’estrema idealizzazione della città, che, per quanto romantica, rimane comunque una metropoli intenta a gestire i problemi di una qualsiasi metropoli. Perché se Roma ha i cinghiali, Parigi, poco ma sicuro, ha le pantegane – “Ratatouille” lo abbiamo visto tutti, no?”-.
E spesso sono le guide a illudere i poveri turisti, che invece fanno completo affidamento su quello che scrivono… mentre qualcuno, come ci siamo resi conto in diretta, non apprezza.
“A me sembra un vocabolario… non ci sono neanche le immagini”.
-recensione anonima guida
Ma discussioni sull’impaginazione a parte, quello che conta davvero è il contenuto. E quando una guida sbaglia la posizione del monumento simbolo di una città, allora è davvero il caso di farsi sentire e avvertire gli altri viaggiatori: usate Google maps.
“La porta di Brandeburgo viene posizionata lontana dal luogo effettivo di dove si trova la porta; le indicazioni per raggiungere il museo bunker sono sbagliate, viene inserita una fermata di metro errata…”
-recensione anonima guida
Se state pensando che le recensioni facciano riferimento ad una guida illegale scaricata gratuitamente da internet, mi dispiace dirvi che si parla di una collana molto nota di guide turistiche. Io a casa ne ho una ventina; sono abbastanza sicura che se avete mai fatto un viaggio in vita vostra, ne avrete una anche voi nella libreria.
Rimane comunque da capire chi ha scritto le recensioni e che idea di viaggio avesse in testa, perché esistono turisti che si lamentano della torre di Pisa che non è a Roma e di stravaganti ristoranti italiani in Cambogia in realtà mai esistiti. Ma una cosa rimane certa: se la guida descrive un posto con frasi del tipo: “Aggiungete un pizzico di… Tolkien” , come direbbe Edoardo Ferrario, diffidate immediatamente. Perché Ratatouille è carinissimo… ma è pur sempre un topo.
Scritto da: Alice Franceschi
Written by: Aurora Vendittelli
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